Beato l’uomo che teme il SIGNORE.
Salmo 112:1
Il
timore del SIGNORE è fonte di vita.
Proverbi 14:27
La gioia di temere Dio
C’è
forse contraddizione fra la gioia e il “timore” di Dio? No, perché il timore di
Dio non ha niente a che fare con la paura. È
la consapevolezza della Sua grandezza e della Sua santità che ci portano ad
essere attenti a ciò che facciamo o pensiamo in Sua presenza. Il credente non
ha paura del giudizio di Dio, ma si rende conto del rispetto che Gli è dovuto
data l’infinita distanza fra la piccolezza umana e la Sua grandezza, fra l’uomo
peccatore e il Dio santo e giusto.
Il
timore di Dio è la consapevolezza di ciò che Egli è, il Dio di verità ma anche
Dio d’amore. Ecco perché il timore va di pari passo con la fiducia: “Quant’è
grande la bontà che tu riservi a quelli che ti temono… verso quelli che
confidano in te”, esclamava Davide a Dio (Salmo 31:19). Il vero timore di Dio
non ci spinge a sfuggirlo, ma a cercarlo. “Ci son gioie a sazietà in tua
presenza”, affermava ancora il salmista (Salmo 16:11).
Pochi
lo sanno, ma tutta la nostra vita si svolge alla presenza di Dio. Prenderne
coscienza ci libera dalla paura degli uomini e ci spinge a ritirarci dal male, a sottometterci all’autorità benevola e saggia del nostro Dio. C’è
una forte e costante interazione fra il nostro atteggiamento verso gli altri e
il nostro timore verso Dio. Questo passo ne è un esempio: “Non maledirai il
sordo, e non metterai inciampo davanti al cieco, ma temerai il tuo Dio”
(Levitico 19:14). Ricordiamocelo!