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domenica 13 giugno 2021

“E non consultò il Signore” (Giosuè 9:14)

Quello che Dio domanda a tutti coloro che fanno parte del Suo popolo, e in particolar modo ai conduttori, è l’ubbidienza e la dipendenza da Lui. La Parola ci offre il racconto delle cose meravigliose che molti uomini di fede hanno compiuto, in certi periodi della loro vita, mediante la potenza dello Spirito di Dio che li animava; ma in altre circostanze, quei medesimi uomini, contando su se stessi, hanno seguito nell’indipendenza la loro propria volontà, mostrando la debolezza dell’essere umano quando agisce senza Dio.

Se restiamo in relazione con Dio nei nostri pensieri e nel nostro cuore, e sotto la Sua dipendenza, Egli ci farà conoscere la Sua volontà. “Confida nel SIGNORE con tutto il tuo cuore e non ti appoggiare sul tuo discernimento. Riconoscilo in tutte le tue vie ed Egli appianerà i tuoi sentieri” (Proverbi 3:5). Nel nostro cammino non ci dimentichiamo a volte di “consultare” Dio? Egli ci sorveglia e ci segue comunque, ma il Suo orecchio è sempre attento e desidera udire la nostra voce che dice: Padre, cosa devo fare? 

Dio ci è vicino; ma noi siamo sempre vicini a Lui? Possiamo dire come Asaf: “Ma pure, io resto sempre con te; tu mi hai preso per la mano destra”? (Salmo 73:23).  Camminiamo anche noi con Dio come Enoc che “camminò con Dio trecento anni”? (Genesi 5:22). Camminare con Dio vuol dire essere in comunicazione costante con Lui, pregare e ascoltare quando ci parla attraverso la Sua Parola.

Quanti alti e bassi manifestiamo nella nostra vita di credenti! Come Asaf, dobbiamo dire a volte “Quasi inciamparono i miei piedi; poco mancò che i miei passi non scivolassero” (Salmo 73:2), ma anche concludere con questa bella constatazione: “Tu m’hai preso per la mano destra” (v. 23). Dobbiamo confessare che spesso noi abbiamo lasciato la Sua mano e che, nella Sua grazia, per impedirci di cadere, Dio ha ripreso la nostra. 

Perché ci servano di monito, nella Parola troviamo esempi di diversi uomini di Dio che si sono sviati e hanno commesso dei peccati anche gravi. Pensiamo a Davide: lo vediamo nella dipendenza da Dio e nella fede, di fronte alle provocazioni di Golia, il gigante Filisteo; presentandosi davanti a lui senz’arma da combattimento, Davide gli disse: “Il SIGNORE ti darà nelle mie mani e io ti abbatterò” (1 Samuele 17:46). A che altezza la sua fede lo elevava in quel momento! 

Ma a che livello di umiliazione lo ha fatto scendere, in altre circostanze, la sua mancanza di dipendenza! Temendo Saul, fuggì verso Achis re di Gat e in mezzo ai Filistei si abbassò fino a farsi scambiare per uno fuori di senno (1 Samuele 21:13). Poi si mise a disposizione di quel re filisteo per combattere contro Israele, il suo popolo, il popolo di Dio. Ma le conseguenze del suo traviamento non si fecero attendere. Una banda di Amalechiti assaltò Siclag, la città di  dove lui risiedeva, e portò via tutti i suoi beni, le donne e i bambini, piccoli e grandi (1 Samuele 30:2). Nel suo sconforto Davide si rese conto dei suoi errori e allora ritornò a Dio e lo consultò dicendo: “Devo inseguire questa banda di predoni?”. Il Signore gli rispose: “Inseguila” (v. 8) ed egli poté ricuperare tutti i suoi beni.

Dopo aver fatto la triste esperienza di un cammino senza la direzione divina, Davide, in diverse occasioni, prima di impegnarsi, consultò l’Eterno. Quando i Filistei salirono a cercarlo, non partì subito in battaglia contro di loro; prima di intraprendere una guerra consultò il Signore e disse: “Devo salire contro i Filistei? Me li darai nelle mani?”. Il  Signore gli rispose: “Sali; perché certamente ti darò i Filistei nelle mani”. Quei Filistei ritornarono di nuovo all’attacco e Davide consultò nuovamente l’Eterno, che questa volta gli disse: “Non salire” (2 Samuele 5:19 e 23). 

La dipendenza da Dio prima di ogni azione manifesta l’abbandono di ogni volontà propria. Davide poi aveva fatto l’esperienza di quanto fosse costoso non ricercare la volontà del Signore e agire secondo i propri pensieri e basandosi unicamente sul proprio discernimento. 

Quando ci troviamo in difficoltà e siamo nello sconforto, noi tutti preghiamo il Signore affinché risolva i nostri problemi; ma avevamo già prima “consultato” il Signore? Sovente ci incamminiamo per una via che da un punto di vista umano sembra indicata dalle circostanze, ma che non era la via prevista dal Signore. Imitiamo Davide che non chiede in che modo deve combattere i Filistei, ma se deve combattere.

Non lasciamoci guidare dall’apparenza, spesso ingannevole, come Giosuè in presenza dei Gabaoniti, loro vicini nemici, quando hanno finto di essere venuti da un paese lontano e si sono fatti giurare che sarebbero stati risparmiati. Quell’errore, in seguito, si dimostrò irreparabile. E’ detto nella Parola: “La gente d’Israele… non consultò il  Signore” (Giosuè 9:14). 

Prima di tutto, ad ogni passo che stiamo per fare nella nostra vita, dobbiamo avere la consapevolezza della nostra mancanza di saggezza e di intelligenza spirituale, e consultare il Signore per conoscere quale sia la Sua volontà. Tramite la Sua Parola e il Suo Spirito, se abbiamo comunione con Lui, il Signore ci darà delle risposte; ci aiuterà anche ad interpretare le circostanze nelle quali Lui permette che veniamo a trovarci e ci darà delle convinzioni interiori.