Seguici anche su Facebook!

Seguici anche su Facebook! Unisciti al Gruppo cliccando su:
https://www.facebook.com/groups/287768858057968/

lunedì 24 giugno 2024

24 giugno - Nessun luogo privilegiato per adorare Dio

Lo cercherete nella sua dimora, nel luogo che il SIGNORE, il vostro Dio, avrà scelto fra tutte le vostre tribù, per mettervi il suo nome; là andrete.

Deuteronomio 12:5

 

L'ora viene che né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre.

Giovanni 4:21

 

Nessun luogo privilegiato per adorare Dio

 

Vi erano molte ragioni perché Dio ordinasse al Suo popolo di avere un luogo, e uno solo, in cui Egli si sarebbe trovato e dove il popolo si doveva riunire. Gerusalemme diventò poi, sotto il re Davide, un vero e proprio luogo di radunamento, materializzato dal Tempio costruito da Salomone. Millecinquecento anni dopo, al pozzo di Sicar, il Signore fece una rivelazione a una donna samaritana: È inutile cercare un luogo dove adorare il Padre, le disse! È inutile recarsi a Gerusalemme o altrove per compiere dei riti od offrire sacrifici di animali; Dio Padre cerca un nuovo genere di adoratori tratti da tutti i popoli della terra. Una stirpe eletta, resa capace, grazie alla fede nell’opera espiatoria di Gesù Cristo, di presentare a Dio un’adorazione come Egli desidera, “in spirito e verità”.

In spirito: il tempo delle forme esteriori è passato. L’insieme dei riti ebraici prefigurava il sacrificio di Gesù. Appena questo sacrificio si è compiuto, tutti i simboli precedenti non hanno più ragione d’essere.

In verità: non serve a nulla costruirsi una buona coscienza compiendo delle pratiche religiose se il nostro cuore non è sinceramente impegnato. Dunque, “avviciniamoci (a Dio) con cuore sincero e con piena certezza di fede” (Ebrei 10:22).


domenica 23 giugno 2024

23 giugno - Buone notizie, cattive notizie

Ma poi dissero fra di loro: “Noi non facciamo bene; questo è giorno di buone notizie, e noi tacciamo!”

2 Re 7:9

 

Quanto sono belli, sui monti, i piedi del messaggero di buone notizie, che annuncia la pace, che è araldo di notizie liete, che annuncia la salvezza.

Isaia 52:7

 

Buone notizie, cattive notizie

 

Giunto all’età di 90 anni, il “re del petrolio” J.D. Rockefeller pare non sopportasse più la minima emozione; i suoi fecero anche stampare, appositamente per lui, un’edizione speciale del suo giornale epurata da tutte le cattive notizie. Quel quotidiano su misura era composto di pochissime pagine!

Ogni mattina i quotidiani trasmettono ai lettori la loro razione quotidiana di informazioni desolanti: conflitti, fame, catastrofi, colpi di stato, violenze, omicidi… Sotto questo aspetto, il giornale di oggi assomiglia molto a quello di ieri e assomiglierà inevitabilmente a quello di domani, perché tutti i buoni propositi per migliorare l’umanità sono illusori.

E allora? Non rimane nulla in cui sperare, nulla di cui ci si possa rallegrare? Sì, noi conosciamo una “buona notizia”. È stata annunciata da angeli ai semplici pastori di Betlemme: “Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è il Cristo, il Signore” (Luca 2:11). Poco più tardi, un uomo fedele, di nome Simeone, prese Gesù tra le braccia e disse: “I miei occhi hanno visto la tua salvezza…” (Luca 2:30).

Gesù stesso lesse nella sinagoga un testo del profeta Isaia che lo riguardava: “Lo Spirito del Signore è sopra di me, perciò mi ha unto per evangelizzare i poveri; mi ha mandato per annunciare la liberazione ai prigionieri e il ricupero della vista ai ciechi; per rimettere in libertà gli oppressi”. E aggiunse: “Oggi, si è adempiuta questa Scrittura, che voi udite” (Luca 4:18, 21). Gesù è la nostra sola speranza.


sabato 22 giugno 2024

22 giugno - Perché avere fiducia nella Bibbia?

Voi l'accettaste non come parola di uomini, ma, quale essa è veramente, come parola di Dio.

1 Tessalonicesi 2:13

 

Tu sei Dio, le tue parole sono verità.

2 Samuele 7:28

 

Perché avere fiducia nella Bibbia?

 

Domanda: Citando la Bibbia, voi ci invitate a credere in Dio e ad obbedirgli. Sono d’accordo, ma quali sono le prove che la Bibbia è veramente la Parola di Dio?

Risposta: Prima di tutto gli autori della Bibbia affermano chiaramente che parlano da parte di Dio. Decine di volte leggiamo: “Così dice il SIGNORE”, o “Dio disse”, o altre espressioni simili. La Bibbia afferma essa stessa di essere Parola di Dio. Metterlo in dubbio significherebbe dare a Dio del bugiardo.

In secondo luogo, la Bibbia contiene un gran numero di profezie molte delle quali si sono già realizzate. Solo Dio è al di sopra del tempo, quindi è Lui che ha comunicato ai profeti i Suoi pensieri riguardo al futuro. Riguardo a Gesù Cristo nella Bibbia troviamo sia delle profezie precise, sia dei racconti che indicavano in anticipo le Sue caratteristiche.

Inoltre, i più di quaranta autori della Bibbia, che sono vissuti nell’arco di oltre quindici secoli e in circostanze molto diverse, si sono completati a vicenda, dando a questo Libro un’armonia unica e sorprendente. Perché questo? Semplicemente perché è Dio il vero autore delle Sacre Scritture. “La mia parola non è forse come un fuoco, dice il SIGNORE, e come un martello che spezza il sasso?” (Geremia 23:29). Ecco un’autorevole testimonianza della sua origine divina.

Ma ascoltiamo anche la gioiosa testimonianza di una moltitudine di credenti: “Questo libro mi ha cambiato la vita, mi ha dato la pace e la certezza di vivere eternamente con Lui”.


venerdì 21 giugno 2024

Il gregge del Signore

“Io stesso pascerò le mie pecore, io stesso le farò riposare", dice il Signore, DIO. Io cercherò la perduta, ricondurrò la smarrita, fascerò la ferita, rafforzerò la malata” Ezechiele 34: 15-16.

In Sardegna, un immenso gregge di pecore attraversava la strada scortato da due cani ben addestrati che passavano da un lato all'altro del gregge per raccogliere quelle disperse. Vi erano pecore di tutti i tipi, grasse, magre, nere, chiare, pezzate ecc. Nell'osservare questa scena mi sono chiesto quali criteri avrei scelto io se avessi voluto avere un gregge di pecore?

Eliminerei quelle che zoppicano. Anche quelle deboli perché rallentano il gregge. Per non parlare di quelle che hanno la tendenza a perdersi. No! Meglio di no, sono una perdita di tempo. Forse un buon parametro sarebbe guardare alla qualità della loro lana.

Probabilmente facendo così otterrei un buon gregge ma sapete come fa il Signore per formare il Suo gregge, cioè la chiesa? Ha chiamato tutti anche perché se avesse voluto scartare le pecore difettose non ne avrebbe raccolta nessuna. Ha iniziato proprio dai deboli, dai bisognosi, dagli infermi. Da quanti avevano perso la strada e si erano smarriti. Dio non ha guardato all'aspetto ma ai bisogni del cuore e li ama così come sono.

Tale è la chiesa del Signore, composta da quelli che hanno riconosciuto la loro debolezza davanti a Dio e hanno creduto nel Signore Gesù. Ora sono uniti e camminano seguendo le orme del loro Pastore.

21 giugno - Religione o Evangelo?

Come potrebbe il mortale essere giusto davanti a Dio?

Giobbe 9:2

 

Non c'è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù.

Romani 8:1

 

Religione o Evangelo?

 

L’Evangelo, vale a dire l’insegnamento di Gesù Cristo, è ritenuto da molti una delle tante religioni che ci sono nel mondo. Ma è possibile paragonare l’Evangelo a una religione?

La religione è opera dell’uomo; l’Evangelo è un dono di Dio.

La religione rappresenta ciò che l’uomo fa di Dio e vuole fare per Dio; l’Evangelo è ciò che Dio ha fatto per l’uomo.

Nelle religioni è l’uomo che cerca Dio; nell’Evangelo è Dio che cerca l’uomo.

La religione consiste nel cercare di “arrampicarsi sulla scala” delle buone azioni, con la speranza di incontrare Dio all’ultimo scalino; l’Evangelo invece ci rivela che Dio è sceso, in Gesù, fino all’ultimo scalino per incontrare noi peccatori.

La religione mette davanti a tutto la buona volontà dell’uomo; l’Evangelo è la “buona notizia” annunciata da Dio: “Chiunque crede in lui riceve il perdono dei peccati” (Atti 10:43).

La religione è fatta di riti e di pratiche; l’Evangelo è la proclamazione dell’amore illimitato del Dio salvatore.

La religione vorrebbe migliorare l’uomo partendo dall’esteriore; l’Evangelo trasforma l’uomo dall’interno. La religione pulisce in superficie; l’Evangelo purifica il cuore.

Esistono tante religioni, ma un solo Evangelo e un solo Dio Salvatore.

“Il Vangelo… è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede” (Romani 1:16).


giovedì 20 giugno 2024

Esaminati

“Chiunque fa l'atleta è temperato in ogni cosa; e quelli lo fanno per ricevere una corona corruttibile; ma noi, per una incorruttibile” 1 Corinzi 9:25.

Praticare sport a livello agonistico è una cosa seria.

Bisogna seguire una dieta ben precisa, alzarsi presto al mattino, sottoporsi a estenuanti allenamenti, andare a letto presto la sera, ascoltare con attenzione i consigli del nostro coach e a fine giornata di solito c'è il filmato.

Ogni atleta non può avere una completa visione dei suoi progressi o dei suoi difetti se non passa del tempo a rivedere il filmato dei suoi allenamenti. Si impara sempre molto nel rivedere noi stessi durante la nostra giornata.

Questo è un buon suggerimento. 

Prendete dei momenti anche a fine giornata, allontanatevi da tutto.

Prendete la vostra Bibbia, un blocco notes e andate a dare un'occhiata alla vostra vita. 

La Bibbia non la si può leggere come un qualsiasi altro libro. Molti cristiani sottolineano e segnano la loro Bibbia, ma la cosa più importante è che sia la Bibbia a lasciare un segno in loro.

Essa non è un semplice libro di testo ma una parola che trasforma, che parla.

Meditate sulla Parola di Dio ed essa vi mostrerà i vostri errori mettendo a nudo voi stessi.

“Perché, se uno è ascoltatore della parola e non esecutore, è simile a un uomo che guarda la sua faccia naturale in uno specchio” Giacomo 1:23.

Lo specchio  serve per avere una visione corretta di noi stessi e la Scrittura è uno specchio straordinario. Se uno si limita a specchiarsi e poi non agisce su se stesso per rimuovere i difetti riscontrati, lo specchiarsi risulterà perfettamente inutile.

Rispondo spesso a mail di credenti che confessano di fare fatica a leggere la Bibbia  perché ciò che ne consegue e solitamente una lettura sterile e i progressi nella loro vita spirituale sono pressoché inesistenti.

Quando è che la Parola di Dio rimane un libro chiuso? Quando non facciamo nessun conto di ciò che essa ci insegna.

“Tutte le visioni profetiche sono divenute per voi come le parole di uno scritto sigillato che si desse a uno che sa leggere, dicendogli: Ti prego, leggi questo! Egli risponderebbe: Non posso, perché è sigillato!” Isaia 29:11.

La Parola di Dio non è più intellegibile per loro, è come un libro sigillato. Perché questo? Perché il loro cuore è rimasto “lontano”.

“Poiché questo popolo si avvicina a me con la bocca e mi onora con le labbra, mentre il suo cuore è lontano da me” ver. 13.

20 giugno - Come alleviamo i nostri figli?

(Gesù), preso un bambino, lo mise in mezzo a loro; poi lo prese in braccio e disse loro: “Chiunque riceve uno di questi bambini nel nome mio, riceve me; e chiunque riceve me, non riceve me, ma colui che mi ha mandato”.

Marco 9:36, 37

 

Come alleviamo i nostri figli?

 

Già nel 1910, uno scrittore e saggista francese, Carlo Peguy, scriveva: “I padri di famiglia sono i grandi avventurieri dei tempi moderni”. Oggi, a un secolo di distanza, questa qualifica, che si applica naturalmente anche alle madri, è ancor più appropriata. Il contesto morale del mondo di oggi è inquietante. I suoi modi di pensare si insinuano nei nostri pensieri e in seno alle nostre famiglie, particolarmente nei bambini. Così, l’educazione di una famiglia può sembrare un’impresa molto difficile, quasi impossibile. Eppure, se il Signore ci affida dei bambini e ci dà la missione di allevarli per Lui, ci dà anche le risorse per farlo: la Sua Parola e la preghiera.

Abbiamo anche l’esempio del modo in cui Dio, nostro Padre, agisce con noi credenti, che siamo Suoi figli.

Amare un figlio non consiste solo nel dirgli parole tenere. È concedergli l’attenzione ogni volta che ne ha bisogno, ma ricordando che le pretese di un bambino non devono essere tutte soddisfatte. È con l’aiuto del Signore che io posso consacrare del tempo a mio figlio e farlo con pazienza.

Insegnare a un bambino ad obbedire non significa alzare la voce. No, bisogna rimanere dignitosi e fermi, non promettere mai nulla senza mantenere la parola data, applicando il principio biblico: “Il vostro parlare sia: sì, sì; no, no” (Matteo 5:37).

Diamo l’esempio di genitori felici che ubbidiscono al Signore e alla Sua Parola, e i nostri figli saranno incoraggiati a fare lo stesso.

mercoledì 19 giugno 2024

Certezze

Nella Scrittura vi sono delle cose che non durano, ma ve ne sono anche altre sulle quali possiamo essere certi.

1. I malvagi non dureranno.  “Ho visto l'uomo malvagio e prepotente ergersi come albero verdeggiante sul suolo natìo, ma poi è scomparso, ed ecco, non c'è più; io l'ho cercato, ma non si è più trovato” Salmo 37:35-36.

2. Le nostre vite terrene non dureranno. “I giorni dei nostri anni arrivano a settant'anni; o, per i più forti, a ottant'anni; e quel che ne fa l'orgoglio, non è che travaglio e vanità; perché passa presto, e noi ce ne voliamo via” Salmo 90:10.

3. Il mondo non durerà. “nel passato tu hai creato la terra e i cieli sono opera delle tue mani; essi periranno, ma tu rimani; tutti quanti si consumeranno come un vestito; tu li cambierai come una veste e saranno cambiati” Salmo 102:25-26.

4. La gloria dell’uomo non durerà. “Infatti, ogni carne è come l'erba, e ogni sua gloria come il fiore dell'erba. L'erba diventa secca e il fiore cade; ma la parola del Signore rimane in eterno. E questa è la parola della Buona Notizia che vi è stata annunciata” 1 Pietro 1:24-25.

5. Le promesse di Dio sono certezza. "Benedetto sia il SIGNORE che ha dato riposo al suo popolo Israele, secondo tutte le promesse che aveva fatte; non una delle buone promesse da lui fatte per mezzo del suo servo Mosè è rimasta inadempiuta” 1 Re 8:56.

6. Il nostro premio in cielo è certezza. “E chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d'acqua fresca a uno di questi piccoli, perché è un mio discepolo, io vi dico in verità che non perderà affatto il suo premio” Matteo 10:42.

7. L’amore di Dio è certezza. “Infatti sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, né potenze, né altezza, né profondità, né alcun'altra creatura potranno separarci dall'amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore” Romani 8:38-39.

8. La nostra eternità è certezza. “Sappiamo infatti che se questa tenda che è la nostra dimora terrena viene disfatta, abbiamo da Dio un edificio, una casa non fatta da mano d'uomo, eterna, nei cieli” 2 Corinti 5:1.

19 giugno - Ci manca una dimensione

(Dio dice:) “Come i cieli sono alti al di sopra della terra, così sono le mie vie più alte delle vostre vie e i miei pensieri più alti dei vostri pensieri”.

Isaia 55:9

 

Nessuno conosce le cose di Dio se non lo Spirito di Dio.

1 Corinzi 2:11

 

Ci manca una dimensione

 

Un oggetto cilindrico viene messo su un tavolo e due ragazzi devono guardarlo e rappresentare su un foglio ciò che vedono. Il primo vede l’oggetto da sopra e sul foglio disegna un disco. Il secondo vede l’oggetto di fronte e disegna un rettangolo.

Immaginate di mostrare quei due disegni a un terzo bambino. Farà fatica a capire che si tratta dello stesso oggetto. Un disco e un rettangolo non sono la stessa cosa, ma solo perché nel disegno manca una dimensione; con un disegno in prospettiva tutto diventerebbe chiaro!

In ambito spirituale è un po’ la stessa cosa. Le nostre menti sono limitate alle dimensioni umane ed è per questo che i pensieri di Dio espressi nella Bibbia a volte ci sembrano illogici. Ci mancano delle dimensioni.

Ad esempio, la Bibbia afferma che Dio vuole la salvezza di tutti gli uomini (1 Timoteo 2:4), ma ci mostra anche che non tutti gli uomini saranno salvati, perché Lui non obbliga nessuno. Come conciliare questo col fatto che a Dio tutto è possibile? Allo stesso modo, la sovranità di Dio che fa grazia a chi vuole e la responsabilità totale di colui che rifiuta questa grazia, sembrano incompatibili. Potremmo moltiplicare gli esempi.

Quando ci scontriamo con queste difficoltà, ricordiamoci che alla mente umana mancano le dimensioni divine. Atteniamoci quindi a ciò che lo Spirito di Dio afferma nella Sua Parola e crediamolo con fede, senza riserve. Questa è la vera saggezza.

martedì 18 giugno 2024

Cambiamento

Fino dai tempi di Adamo gli adoratori avevano compreso che: “Senza spargimento di sangue, non c'è perdono.” Ebrei 12:22.

Non sappiamo come Abele lo avesse compreso e la lista di coloro che seguirono le sue orme è lunga: Abraamo, Mosè, Gedeone, Sansone, Davide e perfino Saul. Sapevano tutti che lo spargimento di sangue era necessario, lo sapeva pure Salomone e costruii un tempio, lo sapeva Aronne ed ebbe inizio il sacerdozio levitico, ma la lista finii alla croce, ciò che Abele e gli altri avevano cercato di compiere o rappresentare nelle offerte, Dio, lo ottenne con il Figlio. Ciò che Abele aveva iniziato Dio lo portò a compimento.

Ciò che era necessario pagare fu pagato, ciò che era necessario fare fu fatto. Ci voleva del sangue innocente e puro e questo fu offerto una volta per sempre.

Ricordi le parole che Gesù disse alla Festa delle capanne: “Chi crede in me, come ha detto la Scrittura, fiumi d'acqua viva sgorgheranno dal suo seno. Disse questo dello Spirito, che dovevano ricevere quelli che avrebbero creduto in lui” Giovanni 7:38-39.

Gesù non ti offre un semplice bicchiere d’acqua ma un pozzo inesauribile.

Adesso però la nostra vita non deve essere più la stessa. La prigione è stata presa d’assalto, l’uomo forte è stato vinto e le porte del carcere sono state aperte, ma finché non lasciamo le celle, finché non avanziamo nella luce della libertà, siamo ancora prigionieri, soltanto prigionieri.

L’opera di Cristo è compiuta per il peccatore ma ora lui deve prenderne coscienza.

Adesso siamo annoverati fra i vincitori.

Ho visto un torneo di golf molto particolare dove alcuni dilettanti sono in squadra con un professionista e nel punteggio si calcola sempre il migliore risultato ottenuto da un qualsiasi concorrente della squadra. Per fare un esempio se io per fare una buca ho impiegato venti colpi e un mio compagno, uno, beh ho fatto buca con un colpo anch’io. Non conta se la tua pallina è caduta in acqua o se il tuo colpo è finito fra gli alberi. 

Ciò che conta è se ti sei presentato per giocare è se ti sei unito alla squadra giusta. 

Tutti erano materia inutile, la squadra che li ha raccolti però è formidabile.

“Tutti quelli che erano in difficoltà, che avevano debiti o che erano scontenti, si radunarono presso di lui ed egli divenne loro capo” 1 Samuele 22 1,2.

In questo caso nella tua squadra c’è il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. 

Non esiste squadra più forte.

Dobbiamo essere consapevoli del cambiamento, tutto adesso è diverso. 

“Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, sono diventate nuove” 2 Corinzi 5:17.

Ad esempio che dire del nostro parlare?

Bisogna prestare attenzione alle parole che pronunciamo, Il Signore un giorno ha detto:

“Io vi dico che di ogni parola oziosa che avranno detta, gli uomini renderanno conto nel giorno del giudizio; poiché in base alle tue parole sarai giustificato, e in base alle tue parole sarai condannato.” Matteo 12:36-37.

Dobbiamo essere consapevoli che Lui prende estremamente sul serio le parole che diciamo, con la bocca si possono dire cose edificanti ma le parole possono anche ferire, con le parole è possibile ingannare. Il libro dei Proverbi ci ricorda che: “Le parole della bocca di un uomo sono acque profonde”. Proverbi 18:4.

E’ possibile trovarci di tutto.

“Rimuovi da te la perversità della bocca, allontana da te la falsità delle labbra. I tuoi occhi guardino bene in faccia, le tue palpebre si dirigano dritto davanti a te. Appiana il sentiero dei tuoi piedi, tutte le tue vie siano ben preparate. Non girare né a destra né a sinistra, ritira il tuo piede dal male.”. Proverbi 4:24-27.

“O Dio crea in me un cuore puro e rinnova dentro di me uno spirito ben saldo” Salmo 51:10.

18 giugno - La Bibbia rubata

La mia parola non è forse come un fuoco, dice il SIGNORE, e come un martello che spezza il sasso?

Geremia 23:29

 

Siete stati rigenerati… mediante la parola vivente e permanente di Dio.

1 Pietro 1:23

 

La Bibbia rubata

 

«Con un amico conducevo una vita dissoluta, ricercavo ogni tipo di piacere e mi compiacevo nell’ozio. Ero povero, ma il mio amico faceva fronte ai costi delle nostre vite disordinate. Quanto alla Bibbia che mi era stata regalata, non solo non la leggevo, ma la disprezzavo al punto di mutilarla strappandone le pagine per accendere la mia pipa. Ma un giorno scomparve. Poi anche il mio amico smise di frequentarmi e così finirono anche i mezzi per vivere nella pigrizia e nei piaceri.

Andai a trovarlo e mi disse: “Ti devo confessare una cosa, ti ho rubato la Bibbia! Ero venuto a trovarti, ma non c’era nessuno. Allora presi il primo libro che trovai, appunto la tua Bibbia, e mi misi a leggere. Mi venne sott’occhio questo testo: ‘Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo’ (Matteo 11:28). Rimasi colpito e, volendo continuare la lettura, me ne andai con la tua Bibbia in mano. Che scoperta! Essa mi mostrò che ero un grande peccatore davanti a Dio, un uomo affaticato e colpevole che aveva bisogno di riposo e di perdono. E quel riposo l’ho trovato in Gesù. Ora è il mio Salvatore e sono un uomo perdonato e felice, ma ti devo chiedere scusa per essermi impadronito della tua Bibbia senza dirti nulla”. Dopo questa testimonianza anch’io mi misi a leggere la Bibbia e poco dopo trovai in Gesù Cristo il Salvatore di cui avevo bisogno.»

Lettore, desideri anche tu cambiare vita ed essere liberato dal peso dei tuoi peccati? Leggi la Bibbia e chiedi a Gesù di fare questo anche per te.

lunedì 17 giugno 2024

Fardello

Amos fu un profeta dell'ottavo secolo. E' passato molto tempo, vero?

Perché meditare su Amos? In un epoca come la nostra caratterizzata da profonde tensioni sociali, soprusi, ingiustizie, sembrerebbe più opportuno commentare scritti più recenti, ma la Parola di Dio non contiene alcun scritto che faccia parte “dell'archeologia” letteraria.

Amos, non era un prodotto della scuola dei profeti, non era un “veggente” di professione (7:14). Dio ricerca uomini e donne disponibili e pronti a fare la sua volontà senza riserve. L'apostolo Paolo dice: “Come udiranno gli uomini, se non vi è chi predichi?” Romani 10:14. Il suo nome significa “fardello”, un'allusione evidente alla gravosità del compito ricevuto da Dio.

In quel tempo Geroboamo II era re in Israele e questo re era riuscito a ripristinare le frontiere di Israele quasi come erano state all'epoca dei regni di Davide e Salomone. La pace aveva portato con sé la prosperità e la prosperità era diventata consumismo. Ci fu anche una fioritura religiosa, con i santuari locali affollati di adoratori. Ma parallelamente a questa prosperità esteriore, la nazione soffriva di una profonda decadenza morale e sociale. In ogni strato della società Amos constatava dei mali che dovevano venire alla luce: nelle corti di giustizia i magistrati schiacciavano i poveri, poiché la giustizia si comprava con denaro (5:12). Sui mercati i venditori si rendevano colpevoli di “diminuire l'efa, aumentare il siclo, usare bilance false” (8:5). Nelle ville dei benestanti ci si dava agli eccessi nel bere e nel mangiare e si indugiava sulla lussuria, ignorando le suppliche dei poveri (4:1 6:4-6); nei santuari gli adoratori non vedevano l'ora che le feste terminassero per poter tornare ai loro guadagni (8:5).

“Egli mi disse: Amos, che cosa vedi? Io risposi: Un paniere di frutti maturi. E il SIGNORE mi disse: Anche la fine del mio popolo Israele è matura; io non lo risparmierò più...Il SIGNORE lo ha giurato per colui che è la gloria di Giacobbe: Non dimenticherò mai nessuna delle vostre opere” cap. 8:2,7.

Il paniere di frutti maturi mostra chiaramente che è arrivato il momento della raccolta, ovvero quello della resa dei conti: “la fine del mio popolo è matura”. C'è un indurimento di quanti si professano suoi riguardo al peccato e Dio non è disposto a tollerarlo.

17 giugno - Lodare

Magnificate il nostro Dio! Egli è la rocca, l'opera sua è perfetta… È un Dio fedele.

Deuteronomio 32:3-4

 

Per mezzo di Gesù, dunque, offriamo continuamente a Dio un sacrificio di lode: cioè, il frutto di labbra che confessano il suo nome.

Ebrei 13:15

 

Lodare

 

Lodiamo volentieri quelle persone che compiono atti degni di ammirazione. Quanto più questo vale per Gesù Cristo che ci ha rivelato Dio come Padre. Quando Gesù e l’amore insondabile di Dio riempiono un cuore, questo trabocca di felicità. La lode del credente, fatta innanzitutto di sentimenti di riconoscenza, esalta l’amore divino e l’eccellenza della persona e dell’opera del Salvatore.

La Parola di Dio incita il credente a lodare. Lo Spirito Santo rende gradita a Dio la lode proveniente dal cuore. Essa porta forza e incoraggiamento in tutte le circostanze della vita. L’apostolo Paolo dice: “Siate sempre gioiosi; non cessate mai di pregare; in ogni cosa rendete grazie, perché questa è la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi” (1 Tessalonicesi 5:16-18).

Un giorno, Gesù incontrò una donna che aveva una cattiva reputazione ed era senza speranza. Le parlò, e lei ascoltò con attenzione e fu convinta dalle Sue parole di grazia e di verità. A lei Gesù rivelò un segreto: “I veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; poiché il Padre cerca tali adoratori” (Giovanni 4:23).

La nostra vocazione è di lodare Dio per la Sua grazia e Gesù Cristo perché si è dato per noi. Questa lode sale da cuori felici o nel dolore, può darsi con lacrime; ma presto, nel cielo, tutti quelli che il Signore ha riscattato contempleranno la Sua gloria e canteranno: “Degno è l’Agnello, che è stato immolato, di ricevere la potenza… l’onore, la gloria e la lode” (Apocalisse 5:12).


domenica 16 giugno 2024

16 giugno - La pace

 (Il Messia) sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace.

Isaia 9:5

 

Con la sua venuta ha annunciato la pace a voi che eravate lontani e la pace a quelli che erano vicini.

 Efesini 2:17 

La pace

 

La pace può essere sia fra le nazioni, sia fra le persone; ma c’è anche la pace in rapporto a Dio, nella coscienza e nel cuore di ognuno.

La pace universale, tra le nazioni, avrà luogo solo quando Gesù, il Principe di pace, regnerà sulla terra e imporrà la pace con la Sua sovrana autorità. La terra che, dalla caduta dell’uomo, è stata privata della pace, la godrà con gioia: “Egli giudicherà tra nazione e nazione e sarà l’arbitro tra molti popoli; ed essi trasformeranno le loro spade in vomeri d’aratro, e le loro lance, in falci; una nazione non alzerà più la spada contro l’altra, e non impareranno più la guerra” (Isaia 2:4). Ma questo è futuro.

Fino ad oggi, comunque, l’uomo è ribelle e in guerra contro Dio; per questo non gode né la pace dell’anima, né la pace della coscienza e del cuore. La pace con Dio è stata fatta, per quelli che credono, dal sacrificio di Cristo; il credente, infatti, giustificato davanti a Dio per mezzo della redenzione operata dal Signore, ha la pace con Dio; la sua coscienza, ormai purificata, non lo turba più, e il suo cuore, che conosce l’amore di Dio, si riposa pienamente su Lui. Quando espone a Dio le sue richieste, la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, riempie la sua anima (Filippesi 4:7). Gesù ha detto: “Vi lascio pace; vi do la mia pace” (Giovanni 14:27). Sebbene colpito da svariate prove, il credente avanza verso il soggiorno del riposo eterno dicendo: “Io non temerei alcun male, perché tu sei con me” (Salmo 23:4).

(Leggere Colossesi 1:20; Romani 5:1-3; Salmo 23:4)

sabato 15 giugno 2024

15 giugno - Opera in me e opera per me

Or il Dio della pace… vi renda perfetti in ogni bene, affinché facciate la sua volontà, e operi in voi ciò che è gradito davanti a lui, per mezzo di Gesù Cristo; a lui sia la gloria nei secoli dei secoli.

Ebrei 13:20-21

 

Opera in me e opera per me

 

Più confronto me stesso con quello che Gesù rivela nei Vangeli, più aumentano i motivi per essere stupefatto. Che contrasto tra un Cristo senza peccato e ciò che io sono per natura! Come non essere d’accordo con Dio che condanna il male che c’è in me? Ecco perché il credente, anche se ha la pace con Dio e una nuova speranza che lo stimola, ha continuamente bisogno di giudicare il proprio operato e le proprie parole, come pure le proprie intenzioni, affinché la sua vita assomigli sempre più a quella del suo divino Modello.

Lo Spirito Santo mi aiuta a giudicare il peccato, ma mi assicura anche che non andrò incontro a nessuna condanna perché Cristo l’ha subìta al mio posto. Questa certezza non mi autorizza certo a lasciarmi trascinare dalla mia natura malvagia; anzi, il pensiero dell’amore di Gesù per me e delle sofferenze che ha patito per espiare le mie colpe, contribuiranno a rendere la mia coscienza sensibile e mi spingeranno ad aborrire il male.

Ma non è solo sulla croce che le Scritture mi invitano a contemplare il mio Salvatore, perché adesso il Suo posto è in cielo, nella gloria alla destra di Dio dove intercede per me. Onorando Gesù in questo modo, Dio ha proclamato la Sua completa approvazione del sacrificio da Lui compiuto. Allora, la pace entrerà nel mio cuore, smetterò di occuparmi di me stesso, dei miei rimorsi, delle mie debolezze e dei miei errori, per rallegrarmi di ritrovare in Lui tutto ciò che mi manca.


venerdì 14 giugno 2024

Trionfo

I nostri vocabolari riportano il significato di questa parola: massimo onore, splendida e gloriosa vittoria, in senso più astratto, vittoria, affermazione assoluta di natura spirituale, morale o civile.

Trionfare è una cosa splendida. Noi onoriamo coloro che trionfano: il soldato che con il suo coraggio innalza trionfante la bandiera della vittoria, l'esploratore determinato che ritorna entusiasta per le sue scoperte, l'atleta che ha vinto e alza felice il trofeo della vittoria. Sì, amiamo i trionfi.

Quando trionfo, io valgo. Quando trionfo, io conto qualcosa. Quando trionfo, la mia vita acquista un nuovo significato.

Tuttavia il trionfo è fuggevole. Difficilmente si riesce a gustare la vittoria a lungo, quando pensiamo di tenerla saldamente in mano ecco che se ne fugge via. Si può entrare nella storia... per qualche momento. Nessuno resta campione per sempre. Il tempo porta altre conquiste e altre vittorie.

Ma la Scrittura, su questo termine riporta qualcosa che sembrerebbe un'assurdità: “Ma grazie siano rese a Dio che sempre ci conduce in trionfo” 2 Corinzi 2:14.

Il trionfo di Cristo non è temporaneo. Trionfare in Cristo non è un evento o un'occasione. Non è fuggevole. Trionfare in Cristo è un modo di essere, uno stile di vita.

Trionfare in Cristo non è qualcosa che facciamo, ma qualcosa che siamo.

Si può trionfare in questo mondo e gioire per qualcosa che abbiamo fatto forse qualcuno ha guadagnato milioni di euro o scalato l'Everest o ha abbassato di qualche millesimo  il record dei 100 metri piani. Ma il credente gioisce per ciò che egli è: un figlio di Dio, un erede della vita eterna. Nulla ci può separare dal nostro trionfo in Cristo. Nulla!

Il nostro trionfo non si basa su ciò che noi abbiamo fatto ma su ciò che Dio ha fatto per noi. Non è basato sulla nostra perfezione, ma sul perdono di Dio.

Quanto è prezioso questo trionfo! Perché, benché viviamo oppressi da tutte le parti, la vittoria resta nostra. Nulla può mutare la fedeltà di Dio.

14 giugno - La Parola eterna

La parola del Signore rimane in eterno.

1 Pietro 1:25

 

(Gesù disse:) “Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno”.

Matteo 24:35

 

La Parola eterna

 

Il chiostro dell’abbazia di Saint-Pierre di Moissac, nel sud della Francia, nel corso dei secoli è stato oggetto di attacchi e saccheggi. Visitandolo possiamo ancora ammirare delle sculture che illustrano scene bibliche; nel loro insieme sono state definite “una Bibbia aperta”. Ma guardandole è difficile recepirne il messaggio.

Ringraziamo Dio che ha vegliato affinché la Sua Parola scritta, la Bibbia, sia stata conservata fino a noi. Nonostante tutti gli sforzi dell’uomo per distruggerla, ha attraversato i secoli ed è rimasta intatta. Leggendola e ascoltandola, noi riceviamo il suo messaggio con chiarezza. Essa è e rimane un seme “vivente e permanente” (1 Pietro 1:23) il cui germoglio di vita produce la fede. “La fede viene da ciò che si ascolta, e ciò che si ascolta viene dalla parola di Cristo” (Romani 10:17).

Ancora oggi, come agli albori del cristianesimo, il messaggio immutabile della Bibbia porta la salvezza a tutti quelli che lo accettano. La nuova vita che trasmette è altrettanto permanente della Parola stessa. Il credente “rigenerato” è passato dalla morte alla vita, una vita che la morte non può colpire e che non avrà mai fine. “Chiunque vive e crede in me, non morirà mai”, ha detto Gesù (Giovanni 11:26).

Rimaniamo attaccati a questa Parola eterna! Non lasciamoci sedurre da Satana che cerca da sempre di insinuare dei dubbi riguardo ad essa (Genesi 3:1), o di indebolirne l’importanza nei nostri cuori. Impegniamoci ad essere di “quelli che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica” (Luca 11:28; Giacomo 1:22).


giovedì 13 giugno 2024

Il cristiano

Per ogni cristiano rinato, nella vita quotidiana sorge un'enorme area di tensione. Da un lato, una vita per onorare il suo Signore. D'altra parte, una vita sotto l'influenza di questo mondo. Quando il Signore Gesù viveva sulla terra, diceva dei credenti che vivono nel mondo ma non sono del mondo (Gv 17,11.14 e 16). Il Signore Gesù era nel mondo. Non è più qui. Ma noi siamo ancora nel mondo. Tuttavia non apparteniamo più al mondo. Non apparteniamo più al “sistema” mondiale caratterizzato dal peccato e governato da Satana, il principe del mondo. Apparteniamo a un “mondo nuovo“. Cerchiamo ciò che è di lassù (Col 3,1). Lo diciamo senza dimenticare che siamo ancora con i piedi per terra.

Il diavolo fa tutto il possibile per rendere le cose di questo mondo il più attraenti possibile per noi. Infatti: il mondo sembra offrire molto. La carne (la vecchia natura peccaminosa) è attratta da questo mondo e il nostro cuore può portarci molto lontano se seguiamo i suoi suggerimenti.

Scrive molto bene l’apostolo Giovanni: “Tutto ciò che è nel mondo, la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e l’orgoglio della vita, non viene dal Padre, ma è dal mondo” 1 Giovanni 2:16. Conosciamo bene queste tre cose:

La concupiscenza della carne si manifesta in ogni occasione possibile e cerca di tenerci sotto controllo.

I nostri occhi sono una porta speciale attraverso la quale Satana cerca costantemente di sedurci. Vediamo  e desideriamo.

L'egoismo è la massima di molte persone. Il pericolo per il cristiano non è da sottovalutare.

Questo è il motivo per cui Giacomo ci dice di mantenerci puri dal mondo (Giacomo 1:27). Il che significa che il mondo ci inquina. Questo è esattamente ciò che dovrebbe essere evitato.

La Bibbia ci mette in guardia sui pericoli del mondo con molti esempi. L'obiettivo è che “l'uomo di Dio sia perfetto, pienamente capace di ogni opera buona” 2 Tim. 3:17.

A CHI CI SI RIVOLGE?

Principalmente giovani che hanno accettato il Signore Gesù come loro Salvatore. L'esperienza dimostra che siete particolarmente nel mirino del diavolo. Vivete in un’epoca in cui è difficile come cristiano nuotare contro la corrente dell’opinione e del comportamento popolare in questo mondo.

In secondo luogo, vorrei rivolgermi ai cristiani di mezza età e anche a coloro che sono diventati sempre più vecchi. Perché nessun cristiano è immune da ciò che Satana cerca di offrirci su un piatto d'argento. Contro ciò che a prima vista sembra così abbagliante e desiderabile. Il “mondo” della tensione ci riguarda tutti.

La nostra forza è nel Signore, se ci allontaniamo da Lui ci ritroveremo in balia delle correnti della nostra carne e di questo mondo. Saremo simili a imbarcazioni prive di direzione sottoposte ad ogni tipo di vento. La storia di Sansone può insegnarci sicuramente qualcosa.

Tutti erano meravigliati della sua gran forza e delle cose che era in grado di fare proprio grazie a essa.

“Dimmi, ti prego, da dove viene la tua gran forza”  Giudici 16:6.

C'è un segreto nella nostra comunione con Dio: è la santità, una separazione delle anime nostre per Lui, che presuppone la mortificazione della nostra carne.

Finché Sansone mantiene il segno della sua separazione, la forza di Dio non lo abbandona. Così è anche per noi: finché siamo separati da tutto ciò che è in opposizione a Dio, possediamo questa forza. Sansone pensava che questa forza gli appartenesse, fosse la sua, ma proveniva da Dio e si illude che la forza sia sempre la stessa. “Egli, svegliatosi dal sonno, disse: Io ne uscirò come le altre volte, e mi libererò. Ma non sapeva che il SIGNORE si era ritirato da lui” ver. 20. L'abitudine ad essere forti può darci l'illusione di essere forti e arrivare a farci dimenticare il bisogno che abbiamo di rimanere in comunione con Dio.

13 giugno - La pace degli uomini e la pace di Dio

Non conoscono la via della pace.

Romani 3:17

 

Cristo Gesù… è la nostra pace.

Efesini 2:13-14

 

La pace degli uomini e la pace di Dio

 

L’autore del Salmo 120 scriveva: “Io sono per la pace; ma, quando parlo, essi sono per la guerra” (v. 7). Così era il mondo di allora e così è ancora oggi. La nostra epoca, che si vanta dei suoi progressi, registra in varie parti del mondo guerre, rivoluzioni e lotte interne. Gli sforzi individuali e collettivi per instaurare la pace spesso si rivelano inefficaci e, al massimo, hanno un effetto temporaneo.

Ciononostante, esiste un’altra pace che è molto più importante: la pace con Dio. Essa non si basa su un compromesso fragile e di durata temporanea, ma su un fondamento incrollabile: l’opera di Cristo alla croce. Gesù, unico mediatore tra Dio e l’uomo, ha risposto alle esigenze della giustizia divina e ha dato una soluzione vera ed eterna alla nostra condizione di peccatori. “Lui, infatti, è la nostra pace” (Efesini 2:14). Lui ha “fatto la pace mediante il sangue della sua croce” (Colossesi 1:20). Questa pace Dio la offre generosamente a tutti gli uomini, poiché è “il Dio della pace” (Romani 16:20). Ottenerla non dipende dai nostri meriti, ma solo dalla fede nel sacrificio di Cristo.

Io ho questa pace. Credendo semplicemente al sacrificio di Gesù ho regolato con Dio la questione dei miei peccati, quel debito enorme che io mai avrei potuto pagare.

mercoledì 12 giugno 2024

Sei tu?

Immagina di avere un pomeriggio libero e di leggere su di una locandina che nella tua città sarà aperta al pubblico una mostra fotografica del tutto particolare.

“Straordinaria mostra fotografica dal titolo: canne rotte e lucignoli fumanti”.

La dicitura ti incuriosisce, non sai cosa pensare e così decidi di andarla a vedere.

Varchi la soglia e seguendo le indicazioni ti trovi in un lungo corridoio buio. Man mano che avanzi le pareti vicino a te s'illuminano mettendo in mostra varie foto.

La prima è una foto in bianco e nero e ritrae un lebbroso. E' chino, ricurvo, entrambe le mani protese in avanti sono avvolte da stracci. Il suo volto è coperto da bende a eccezione fatta per due occhi pieni di dolore. Sotto riporta una dicitura: Se tu vuoi puoi mondarmi.


Di fianco, viene riprodotta una donna. Il suo corpo è fragile e la sua pelle pallida. Ha la disperazione negli occhi e cerca di afferrare le vesti di una figura immersa nella folla.

Sotto è scritto: Se riuscissi solo a toccare le sue vesti. 


Sopra ogni opera compare la stessa scritta: Canne rotte e lucignoli fumanti.

Ti accorgi avanzando che la galleria è immensa e interamente ripiena di foto.

In una foto poco distante ritrae un paralitico posto sopra un giaciglio che viene calato giù

in mezzo ad una casa troppo affollata. La didascalia riporta: Va la tua fede ti ha salvato.


Proseguendo arrivi davanti alla tua foto e sopra la stessa scritta: Canne rotte e lucignoli fumanti.

Non sei diverso dagli altri.

Non eri meno bisognoso di loro.

Per te è stato pagato lo stesso prezzo.

La canne rotte sono oggetti inutili, non servono a niente. Non le puoi intagliare, lavorare, per costruirci anche un semplice oggetto decorativo. Sono prive di valore.

E i lucignoli fumanti, non producono luce e sono addirittura fastidiosi.

Tu eri così.

Adesso però il tuo ritratto compare in una galleria straordinaria che contiene solo opere d'arte.


Ricordalo.

12 giugno - La chiave: riconoscere le proprie colpe

Ho ammesso il mio peccato, non ho taciuto la mia iniquità. Ho detto: “Confesserò le mie trasgressioni al SIGNORE, e tu hai perdonato l'iniquità del mio peccato”.

Salmo 32:5

 

Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità.

1 Giovanni 1:9

 

La chiave: riconoscere le proprie colpe

 

Siamo tutti convinti che perdonare sia una buona cosa. Quante volte sentiamo dire: “Ma bisogna pur perdonare!” Spesso è difficile perdonare, però è ancora più difficile ammettere che abbiamo bisogno di essere perdonati. Siamo molto restii a riconoscere i nostri torti, e tanto più la nostra colpevolezza davanti a Dio.

Credenti, noi sappiamo che Dio ha perdonato i nostri peccati grazie alla morte di Cristo. Non esitiamo a riconoscere le nostre colpe e a confessarle al Signore, a parlargliene sinceramente in preghiera. Dobbiamo confidare tutto a Lui; tra noi e Dio non deve rimanere nessuna ombra. Con la confessione, la pace prenderà il posto dell’amarezza e del rimorso. Se abbiamo agito male, non tardiamo ad andare a Dio con fiducia.

Prima di arrivare ad una confessione sincera spesso cerchiamo delle soluzioni alternative. Ci applichiamo a leggere di più la Bibbia, siamo più assidui alle riunioni cristiane, preghiamo più sovente… Tutte cose buone e utili, ma non sufficienti. Dio desidera che gli confessiamo le nostre colpe, e che le confessiamo anche a coloro ai quali abbiamo fatto torto.

Dio desidera la verità nel nostro cuore. Se un peccato ci allontana da Lui, Lui non ci abbandona ma ci richiama, perché vuole portarci a capire in cosa abbiamo agito male e a confessarglielo. Una vera confessione allontana gli attacchi di Satana, onora il Signore e ci ridà la gioia e la serenità.


martedì 11 giugno 2024

11 Giugno - Una fede autentica

Non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e in verità.

1 Giovanni 3:18

 

Ma mettete in pratica la parola e non ascoltatela soltanto.

Con le mie opere ti mostrerò la mia fede.

Giacomo 1:22; 2:18

 

Una fede autentica

 

Nel 1869, Henri Stanley, corrispondente del “New York Herald”, giornale ricco di articoli sensazionali, riceve una missione da parte del direttore: “Trovare David Livingstone”, il missionario esploratore dichiarato scomparso in Africa Equatoriale dal 1866, mentre era alla ricerca delle sorgenti del Nilo.

Nel novembre 1871, Stanley ritrovò Livingstone. Ecco cosa scrisse nei suoi appunti: “L’ho visto e l’ho ascoltato. Studiare la sua persona lasciando in ombra il lato religioso sarebbe ingiusto e incompleto. Livingstone è un missionario, ma la sua religione non è di tipo teorico; è fatta di poche parole, ma accompagnate da una pratica seria e continua, volta sempre in favore degli altri. Il rispetto e l’amore regolano la sua condotta, non solo verso i suoi servitori, ma verso tutti quelli che lo avvicinano. Un santo timore di Dio ha addolcito la sua natura ardente, la sua volontà inflessibile, e ha fatto di quell’uomo energico il maestro più indulgente, il compagno più socievole. Tutte le domeniche Livingstone riunisce i suoi compagni, legge loro un capitolo della Bibbia, poi pronuncia un breve discorso riferendosi al brano appena letto. Le sue poche parole pronunciate in Kisahouahili, la lingua del posto, vengono ascoltate con grande interesse.”

Di Livingstone, esploratore celebre per la scoperta delle cascate Vittoria, ci piace ritenere soprattutto la sua fede in azione. Missionario instancabile, imitatore di Cristo suo Salvatore, fu trovato morto in ginocchio nella sua tenda; morto mentre stava pregando!

lunedì 10 giugno 2024

Paura

“Non temete dunque; voi valete più di molti passeri” Matteo 10:31. 

Sessanta centimetri da terra, sembra poco ma non lo è… se si è sui trampoli ben concentrati a mantenere l’equilibrio. Siamo a Schieti di Urbino, nelle Marche, dove i più audaci potranno provare per la prima volta a stare in equilibrio, correre e “volteggiare” sui trampoli protagonisti dello storico Palio che da diversi anni viene organizzato dalla pro loco. 

Dobbiamo ammettere che dentro ciascuno di noi esiste la paura e principalmente la paura di non valere nulla. In questa cittadina delle Marche, ogni anno, si celebra questa festa dove ogni abitante, piccolo o grande di statura, può alzarsi ancora un po' per essere notato meglio.

Ma noi contiamo qualcosa?

Temiamo di no.

Abbiamo paura di essere insignificanti, di non essere considerati. Abbiamo paura che alla fine dei conti ce ne andremo in un istante accompagnati dalla momentanea considerazione di pochi. Abbiamo paura che nessuno noti il nostro andare e venire. Ecco perché ci urta se un amico si dimentica di telefonarci, o che l'insegnante dimentichi il nostro nome. Tutto ciò conferma la nostra paura più profonda: nessuno si preoccupa per noi perché non siamo degni di essere presi in considerazione. Per ovviare a questo si indossano abiti appariscenti o attillati, portiamo anelli al dito e vistose collane, mettiamo dei cerchi cromai sulle nostre auto, ci avvolgiamo in sciarpe di seta o ci tingiamo i capelli con i colori più strani.

Desideriamo spasmodicamente dei trampoli.

“Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non temete dunque; voi valete più di molti passeri” V.31.

E che c'è di meno importante di un capello?

Noi contiamo molte cose, principalmente i nostri soldi o controlliamo la benzina che abbiamo nel serbatoio, ma abbiamo mai numerato i nostri capelli temendo per la loro singola importanza?

Dio lo fa. “perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati”.

Il nostro valore dinanzi a Dio è indiscusso e Dio non smetterà mai di pensare a noi.

“I tuoi occhi videro la massa informe del mio corpo e nel tuo libro erano tutti scritti i giorni che mi erano destinati, quando nessuno d'essi era sorto ancora. Oh, quanto mi sono preziosi i tuoi pensieri, o Dio! Quant'è grande il loro insieme! Se li voglio contare, sono più numerosi della sabbia” Salmo 139:16-18. 

Se volessimo contare i suoi pensieri per noi... “ sono più numerosi della sabbia”.

Perché temiamo dunque?

10 giugno - L’Agnello di Dio

Come l'agnello condotto al mattatoio, come la pecora muta davanti a chi la tosa, egli non aprì la bocca.

Isaia 53:7

 

Giovanni vide Gesù che veniva verso di lui e disse: “Ecco l'Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo!”

Giovanni 1:29

 

L’Agnello di Dio

 

La Bibbia ci dice che Gesù è l’Agnello di Dio. È dunque fondamentale capire, e far capire, che cosa ci vuole dire Dio attraverso questa immagine.

L’agnello è un animale particolarmente docile. Si lascia portare alla tosatura o al mattatoio senza opporre resistenza. Gesù ha detto di sé: “Io sono mansueto e umile di cuore” (Matteo 11:29). Le Sue parole riportate negli Evangeli, in particolare quelle pronunciate nel “sermone sul monte” (Matteo 5 a 7), hanno ispirato, consolato e incoraggiato intere generazioni di credenti, di ogni cultura e di ogni epoca.

Gesù è l’Agnello di Dio, raffigurato dall’agnello della Pasqua ebraica (Esodo 12) e preannunciato dai profeti che hanno parlato del Servitore sofferente e ubbidiente (Isaia 53). La Sua morte ha un valore espiatorio per Dio. Come un agnello, si lasciò prendere dai soldati quando vennero per arrestarlo, perché sapeva che quella era la volontà di Dio. Sapeva che sarebbe morto in quanto il Suo sacrificio era necessario per dare a noi la salvezza. Si è dato, senza difendersi, proprio come un agnello. Solo il sacrificio dell’Agnello di Dio ha potuto espiare i nostri peccati.


domenica 9 giugno 2024

Un dono disprezzato

“Se tu conoscessi il dono di Dio…” Giovanni 4:10.

“Il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore” Romani 6:23.

Un giovane era nato in una famiglia molto povera e aveva vissuto una vita di privazione e di piccole cose. Le preoccupazioni e lo sconforto sembravano visitarlo con una certa frequenza. Assistette ai funerali dei suoi genitori e successivamente a quelli della sua unica sorella deceduta per complicazioni respiratorie.

Poi un giorno ricevette un dono. Un suo lontano parente, molto facoltoso, essendo venuto a conoscenza delle condizioni che stava attraversando gli aveva inviato un grande pacco. Il giovane lo aprì in fretta, pieno di speranza ma esso conteneva solo un enorme vaso decorato. Lo guardò sconsolato poi lo pose fuori della porta come ombrelliera. Poco dopo morì miseramente. Il vaso non passò inosservato davanti agli occhi di un noto antiquario. Ah! Se il nostro giovane avesse avuto la premura di interessarsi di quel dono che gli era stato fatto avrebbe scoperto che il suo valore avrebbe potuto ribaltare completamente la sua vita. 

Forse anche voi siete delusi e scoraggiati come quel giovane, o siete presi dalla ricerca sfrenata del successo, della ricchezza, della gloria e del piacere; sappiate che non vivrete molto sulla terra. Scoprite il dono meraviglioso che Dio fa a tutti gli uomini. Dio vuole farci uscire dalla nostra condizione morale decadente e ci vuole dare dei motivi di speranza. Questo regalo è il dono di Gesù Cristo, il suo amato Figlio: “Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna” Giovanni 3:16. “Il salario del peccato è la morte… ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore”. Questa vita eterna non può essere né acquistata con del denaro, né guadagnata con dei meriti. “È per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio” (Efesini 2:8).

09 giugno - Mai più soli

(Gesù disse:) “Colui che viene a me, non lo caccerò fuori”.

Giovanni 6:37

 

“Io sono con voi tutti i giorni”.

Matteo 28:20

 

Mai più soli

 

Non ti è mai capitato di sentirti solo, terribilmente solo? Solo in mezzo a una città gremita di gente indaffarata; solo in un palazzo di dieci piani, solo anche nella tua stessa famiglia… Solo perché incompreso, poco amato, poco stimato…

Molte persone si trovano nella tua stessa situazione, ma questo non ti è certo d’aiuto! La Bibbia afferma che la causa primaria di questo opprimente senso di solitudine è la mancanza di una relazione vera con Dio.

Ma ecco una buona notizia: Dio ha fatto tutto per instaurare una relazione con te, affinché tu non sia mai più solo! Ha mandato Gesù, il Suo Figlio, come uomo su questa terra per essere il tuo Salvatore, il tuo amico, il tuo compagno di viaggio in questo mondo. Egli si è abbassato, è venuto a cercarci e ha preso su di Sé la nostra miseria per rischiarare le nostre tenebre.

Più di questo, Gesù Cristo, uomo perfetto, ha sopportato al nostro posto la punizione che noi meritavamo a causa dei nostri peccati. Lui, sulla croce, è rimasto solo affinché la nostra relazione con Dio potesse essere stabilita e noi non fossimo mai più soli.

Dio ha fatto tutto per accoglierti come un figlio. Numerosi sono quelli che hanno risposto al Suo appello dicendo: “Dio sovrano, ho vergogna di non essermi occupato di Te fino ad oggi, ma oggi credo che Gesù è venuto sulla terra a morire per me. Io vengo a Te così come sono; perdona tutte le mie colpe; fai di me un Tuo figlio”.


sabato 8 giugno 2024

Due figli

“Disse ancora: Un uomo aveva due figli. Il più giovane di loro disse al padre: Padre, dammi la parte dei beni che mi spetta. Ed egli divise fra loro i beni. Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, messa insieme ogni cosa, partì per un paese lontano e vi sperperò i suoi beni, vivendo dissolutamente. Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una gran carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora si mise con uno degli abitanti di quel paese, il quale lo mandò nei suoi campi a pascolare i maiali... Egli dunque si alzò e tornò da suo padre. Ma mentre egli era ancora lontano, suo padre lo vide e ne ebbe compassione; corse, gli si gettò al collo e lo baciò... E si misero a fare gran festa”  Luca 15:11-31. 

Sembra che entrambi i figli abbiano passato del tempo “nel fango”. Chi in un porcile, quello della ribellione e chi, pur rimanendo a casa, sguazzasse nel fango dell'indifferenza.

Uno ne è uscito ed è tornato, l'altro è ancora nel fango.

“Or il figlio maggiore si trovava nei campi, e mentre tornava, come fu vicino a casa, udì la musica e le danze. Chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa succedesse. Quello gli disse: "È tornato tuo fratello e tuo padre ha ammazzato il vitello ingrassato, perché lo ha riavuto sano e salvo". Egli si adirò e non volle entrare; allora suo padre uscì e lo pregava di entrare. Ma egli rispose al padre: Ecco, da tanti anni ti servo e non ho mai trasgredito un tuo comando; a me però non hai mai dato neppure un capretto per far festa con i miei amici”

Il suo desiderio?

Avere un capretto per fare festa con gli amici.

Non menziona il padre, non gli interessava la comunione con il padre. Non gioiva dei beni che erano suoi, ma bramava fare festa con i suoi amici.

Eppure c'era un posto per lui a quella festa. Il suo nome era accanto ad un piatto.

Se sei un figlio di Dio nessuno può privarti di questa condizione.

E' precisamente ciò che il padre disse al figlio maggiore: “Figliolo, tu sei sempre con me e ogni cosa mia è tua” v.31.

Ed è precisamente ciò che il padre dice a te.

Se hai dei risentimenti, metti da parte le tue ferite e vai alla festa, prima che questi si trasformino in odio. 

Dio ti ricorda che quello che hai è più importante di quello che non hai. 

Tu hai ancora la tua relazione con Dio. Nessuno può togliertela. 

Nessuno può toccartela.

Ti si può togliere la salute, il denaro, ma il posto alla festa di Dio è permanente.

08 giugno - Responsabile dell’immondizia

“Non toccate nulla d'impuro; e io vi accoglierò…”, dice il Signore onnipotente.

2 Corinzi 6:17-18

 

Purifichiamoci da ogni contaminazione di carne e di spirito, compiendo la nostra santificazione nel timore di Dio.

2 Corinzi 7:1

 

Responsabile dell’immondizia

 

Mentre entravo nell’ufficio di un imprenditore, ho sentito che diceva al telefono, con voce risoluta che non ammetteva repliche: “Io sono responsabile di tutto ciò che si fa nella mia azienda, compreso spazzare per terra e buttare l’immondizia!” Non so come il suo interlocutore abbia ricevuto quel messaggio, ma mi ha fatto riflettere.

Non sono forse anch’io responsabile di tutto ciò che è in casa mia, compresa la “spazzatura”? Non ho forse della “sporcizia” da togliere in tutto ciò che entra nella mia famiglia attraverso i cattivi esempi, le letture, la TV, Internet…? Nelle distrazioni e nelle conversazioni, tra gli invitati che animano la mia casa, non c’è proprio nulla da ripulire?

C’è ancora un luogo segreto che devo tenere ben “spazzato”, ed è il mio cuore, perché “dal cuore vengono pensieri malvagi, omicidi, adultèri…, diffamazioni. Queste sono le cose che contaminano l'uomo” (Matteo 15:19-20). Ecco perché è scritto: “Custodisci il tuo cuore più di ogni altra cosa” (Proverbi 4:23).

Di fronte a chi sono responsabile? Di fronte ai miei famigliari, ai miei amici e colleghi di lavoro, ai miei fratelli e sorelle nella fede. L’apostolo Paolo chiedeva a Timoteo di essere “di esempio ai credenti, nel parlare, nel comportamento, nell'amore, nella fede, nella purezza” (1 Timoteo 4:12). Ma prima di tutto sono responsabile davanti a Dio perché è a Dio che “ciascuno di noi renderà conto di se stesso” (Romani 14:12).


venerdì 7 giugno 2024

La reazione del Faraone

“Il faraone volse loro le spalle, se ne andò a casa sua e non fece nessun caso nemmeno di questo” Esodo 7:23.

La prima piaga si era appena abbattuta sul paese d'Egitto. "Vi fu sangue in tutto il paese d'Egitto", " il cuore del Faraone si indurì e non diede ascolto alle parole di Mosè e Aaronne". Quale è stata la  reazione conseguente a questo indurimento del cuore? Innanzitutto è detto che "volse loro le spalle". 

Voltare le spalle a qualcuno, implica una volontà determinata  a  prendere una direzione opposta. 

Nel campo spirituale il comportamento del Faraone è espressione di qualcuno che non vuole ascoltare, volta le spalle a Dio, non si vuole fermare, non vuole riflettere su quanto sta accadendo. 

È l'atteggiamento di alcuni uomini moderni di fronte agli attuali accadimenti. Esclamano con forza degli slogan. Il mondo deve andare avanti! Non ci possiamo fermare! Bisogna ripartire! Guardiamo al futuro! Non possiamo piangerci addosso. Ci si preoccupa del crollo del PIL, di come far riprendere l'economia, di quale manovra attuare, di come continuare a produrre per non cadere in profonda recessione. Umanamente tutti questi aspetti sono legittimi e importanti, bisogna occuparsi di queste cose, ma sembra non esserci spazio per una riflessione, per una presa di coscienza. Al Faraone dava fastidio la vista del sangue con quello che implicava: pesci morti, Nilo inquinato, acqua imbevibile. All'uomo dà fastidio la vista della morte, dà fastidio il pensiero che le risorse in cui confidava, di cui il fiume Nilo è espressione, non gli siano di alcuna utilità. All'uomo disturba il rischio che anche i beni primari, rappresentati dall'acqua, possano venire meno. 

Dà fastidio la vista della morte? Danno fastidio quei bollettini quotidiani con il numero dei decessi? Quando qualcosa disturba ci si volge da un'altra parte. 

Da un certo punto di vista si voltano le spalle verso tutti questi messaggi che Dio  vuole dare, verso quelle profonde riflessioni a cui Lui vuole portare l'uomo e "si torna a casa" . Ci si immerge nelle cose di sempre. Ci si proietta verso il futuro… senza Dio. Con l’atto di voltare le spalle si intraprende un cammino in una direzione opposta, opposta a Dio! 

Qualcuno dice: “Adesso siamo in questa situazione, ma dobbiamo preoccuparci per il dopo".

Di quale dopo siamo preoccupati? Del ripristino della normalità? Della ripresa economica? Del mantenimento del posto di lavoro, del nostro tenore di vita?

Tutte queste cose ribadiamo che umanamente sono  legittime; però c'è un dopo che ci dovrebbe preoccupare di più. Cosa succederà dopo che avremo lasciato questa vita? Cosa sarà di noi dopo la morte?

Sono domande fastidiose che l'uomo vuole eludere. Invece  in momenti dove sentiamo parlare così spesso di morte, si dovrebbe riflettere su di essa e sulla nostra sorte eterna. 

Il versetto citato si conclude in maniera lapidaria. 

Faraone "non fece caso nemmeno a questo". 

Nemmeno, questo termine rafforzativo indica almeno due cose. La prima è che Dio aveva già parlato al Faraone in altre occasioni. La seconda è che questo avvenimento era qualcosa di estremamente eclatante nella sua gravità, nonostante ciò il sovrano d'Egitto non si è smosso. 

Lo stesso si potrebbe dire per l'uomo di oggi. Sta vivendo una situazione storica particolare, mai vissuta, che rivela i suoi limiti, la sua impotenza, la sua incapacità di governare gli eventi e non ci fa caso. 

Dio invita l'uomo a ravvedersi. Oggi è ancora giorno di grazia. Dio chiama. Dio vuole sensibilizzare l'uomo. 

"Oppure disprezzi le ricchezze della sua bontà, della sua pazienza e della sua costanza, non riconoscendo che la bontà di Dio ti spinge al ravvedimento?"  Romani 2:4. 

Disprezzare la bontà di Dio, quella bontà che spinge al ravvedimento. Che terribili conseguenze ha questo rifiuto! 

" Tu, invece, con la tua ostinazione e con l'impenitenza del tuo cuore, ti accumuli un tesoro d'ira per il giorno dell'ira e della rivelazione del giusto giudizio di Dio"  Romani 2:5. 

Riflettiamo, ascoltiamo la voce di Dio!

Dio parla oggi al cuore dell'uomo attraverso degli eventi drammatici, come ha fatto un giorno con il Faraone. Non voltiamo le spalle al suo amore, facciamo caso agli appelli della sua grazia. Guardiamo a Cristo, guardiamo alla croce, crediamo al suo sacrificio d'amore, in questo modo saremo riconciliati con Dio e avremo il perdono dei peccati. 

"… poiché egli dice:... Eccolo ora il tempo favorevole; eccolo ora il giorno della salvezza!"  2 Corinzi 6:2.