Quelli che solcano il mare su navi… nell'angoscia gridano al SIGNORE ed egli li libera dalle loro tribolazioni. Egli riduce la tempesta al silenzio e le onde del mare si calmano… ed egli li conduce al porto tanto sospirato.
Salmo 107:23, 28-30
Un canto nella nebbia
Nei dintorni dell’isola Terranova la nebbia
è a volte così fitta che i pescatori non riescono a vedere il faro che c’è
all’ingresso del porto. Ai tempi in cui non esistevano i radar, capitava loro
di vagare a lungo, a volte a ridosso della costa rischiando di fracassare la
loro barca contro una scogliera o contro un iceberg. Così, nell’ora in cui
rientravano le imbarcazioni, le mogli e i figli dei marinai si radunavano sul
pontile e si mettevano a cantare a squarciagola. Quelle voci guidavano i
marinai immersi nella nebbia verso la luce del faro che li introduceva nel
porto.
Questo fatto ci fa pensare a coloro che non
sanno come orientare la loro esistenza. Stanno vagando in una nebbia fitta che
non permette loro di vedere la vera luce che è Gesù Cristo.
Eppure, se ascoltassero bene, sentirebbero
delle voci che si indirizzano a loro. Provengono da quelli che, avendo a loro
volta trovato la salvezza e la pace, parlano agli altri di Colui che li ha
salvati. Queste voci invitano a trovare nella
Parola di Dio la giusta direzione e la rotta da seguire per andare a Gesù.
Lui è il faro che rischiara la notte, l’unico che può condurre al porto.
Essere in porto vuol dire essere al sicuro,
attraccati agli ormeggi con delle funi che non si possono rompere. Così è di
chiunque ha creduto nel Signore; gli appartiene, ha la vita eterna e nessuno
potrà strapparlo dalle Sue mani (Giovanni 10:28), perché la sua vita è legata a
Lui che è seduto sul trono alla destra di Dio.