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giovedì 6 giugno 2024

Un canto gradevole

“Vengono da te come fa la folla; il mio popolo si siede davanti a te e ascolta le tue parole, ma non le mette in pratica; perché con la bocca fa mostra di molto amore, ma il suo cuore va dietro alla sua cupidigia. Ecco, tu sei per loro come la canzone d'amore di uno che ha una bella voce e sa suonare bene; essi ascoltano le tue parole, ma non le mettono in pratica” Ezechiele 33:31-32.

E' l'Evangelo quando lo si ode con un orecchio superficiale, quando si pensa di ritenere ciò che in esso è di tranquillizzante, dimenticando troppo presto ciò che esso comporta di serio e solenne. “Se ne prende qualcosa e se ne lascia qualcosa” diceva una signora, che,  senza troppa convinzione, aveva ricevuto anche quest'anno il calendario biblico. Ma che cosa prendiamo delle esortazioni divine? E che cosa ne lasciamo?

Mi è tornato in mente questo versetto udendo numerose persone a cui offrivo un nuovo calendario biblico, dirmi con aria convinta: “Come leggo volentieri questi foglietti! ...Come è bello e come eleva l'anima... Veramente ciò che è scritto è la verità... Li faccio leggere anche hai miei amici”. Tuttavia io ho molti dubbi che queste persone abbiano ricevuto veramente il Signore Gesù nel loro cuore. Ci sono i frutti del ravvedimento o si continua a vivere nel peccato? Sarebbe opportuno ricordare a queste persone che considerare l'Evangelo come un canto gradevole, senza mettere in pratica le parole del Signore è correre un grave pericolo. Lo dovremmo fare con un certo tatto ma pienamente convinti del grave pericolo corso da quelli che considerano le realtà divine delle belle parole da scorrere velocemente soprattutto nei momenti di tristezza.

Certo l'Evangelo è il più meraviglioso dei messaggi che un cuore possa udire; è la voce stessa del Salvatore, l'appello della grazia di Dio a chiunque è ancora nei peccati. Ma considerarlo solo come un canto gradevole senza che smuova il nostro cuore e ci convinca di peccato significa esporsi ad essere giudicati da Dio.