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lunedì 17 giugno 2024

Fardello

Amos fu un profeta dell'ottavo secolo. E' passato molto tempo, vero?

Perché meditare su Amos? In un epoca come la nostra caratterizzata da profonde tensioni sociali, soprusi, ingiustizie, sembrerebbe più opportuno commentare scritti più recenti, ma la Parola di Dio non contiene alcun scritto che faccia parte “dell'archeologia” letteraria.

Amos, non era un prodotto della scuola dei profeti, non era un “veggente” di professione (7:14). Dio ricerca uomini e donne disponibili e pronti a fare la sua volontà senza riserve. L'apostolo Paolo dice: “Come udiranno gli uomini, se non vi è chi predichi?” Romani 10:14. Il suo nome significa “fardello”, un'allusione evidente alla gravosità del compito ricevuto da Dio.

In quel tempo Geroboamo II era re in Israele e questo re era riuscito a ripristinare le frontiere di Israele quasi come erano state all'epoca dei regni di Davide e Salomone. La pace aveva portato con sé la prosperità e la prosperità era diventata consumismo. Ci fu anche una fioritura religiosa, con i santuari locali affollati di adoratori. Ma parallelamente a questa prosperità esteriore, la nazione soffriva di una profonda decadenza morale e sociale. In ogni strato della società Amos constatava dei mali che dovevano venire alla luce: nelle corti di giustizia i magistrati schiacciavano i poveri, poiché la giustizia si comprava con denaro (5:12). Sui mercati i venditori si rendevano colpevoli di “diminuire l'efa, aumentare il siclo, usare bilance false” (8:5). Nelle ville dei benestanti ci si dava agli eccessi nel bere e nel mangiare e si indugiava sulla lussuria, ignorando le suppliche dei poveri (4:1 6:4-6); nei santuari gli adoratori non vedevano l'ora che le feste terminassero per poter tornare ai loro guadagni (8:5).

“Egli mi disse: Amos, che cosa vedi? Io risposi: Un paniere di frutti maturi. E il SIGNORE mi disse: Anche la fine del mio popolo Israele è matura; io non lo risparmierò più...Il SIGNORE lo ha giurato per colui che è la gloria di Giacobbe: Non dimenticherò mai nessuna delle vostre opere” cap. 8:2,7.

Il paniere di frutti maturi mostra chiaramente che è arrivato il momento della raccolta, ovvero quello della resa dei conti: “la fine del mio popolo è matura”. C'è un indurimento di quanti si professano suoi riguardo al peccato e Dio non è disposto a tollerarlo.