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mercoledì 5 giugno 2024

Due padroni

“Paolo, apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio, e il fratello Timoteo, alla chiesa di Dio che è in Corinto” 2 Cor:1:1.

Nonostante i problemi esistenti, quei credenti dovevano ricordare di essere la chiesa di Dio che è a Corinto e come tali avevano un dovere speciali come dipendenti del Signore.

Abbiamo una grossa responsabilità come chiesa e come cristiani.

Durante l'epoca romana vi era l'usanza di marchiare a fuoco. L'imperatore Caligola, per esempio, marchiava con il marchio dell'infamia i soldati che avevano mostrato codardia durante la battaglia ma generalmente lo si usava, come simbolo di appartenenza, sul bestiame e sugli schiavi. 

“...colui che è stato chiamato mentre era libero, è schiavo di Cristo” 1 Cor.7:22. 

Chi si professa credente deve chiedersi: Porto il marchio di Cristo? O porto il marchio di ciò che mi domina?

Lo schiavo porta sempre il marchio del suo padrone. La nostra generazione edonista si riconosce dalle facce spente, dalle mani tremanti e dal suo comportamento agitato. I sedativi non riescono a calmarla, ne i cosmetici a nascondere le cicatrici. Essa sta seguendo un padrone che non è Cristo. La gioia è uno dei distintivi del vero credente. Se non è così allora abbiamo un problema. Quale? La Bibbia insegna che nessuno può servire (essere schiavo) di due padroni. Questi perdono lentamente di vista il Signore e pian piano si raffreddano. La loro «fede» diventa solo una adesione intellettuale. Non avendo più credibilità e forza spirituale e morale.

Molto spesso è sufficiente guardare in faccia quanti si raccolgono nelle chiese per rendersi conte se portano o no il “marchio” di Cristo. Volti tristi, distratti. Sono lì in qualità di “spettatori”, sono in genere esigenti, critici riguardo all'ascolto. Hanno perso il senso del far parte di una famiglia, la famiglia di Dio. Hanno perso il senso della “responsabilità” che si ha essendo cristiani sia in chiesa che fuori. Il “Marchio” è sbiadito se non scomparso. Difficile distinguerli in mezzo alla gente nel parlare e nel comportamento.

Un credente debole smette di pregare, un credente saldo, di preghiera, smette di peccare, perché non si possono servire due padroni.