Or il Dio della pace… vi renda perfetti in ogni bene, affinché facciate la sua volontà, e operi in voi ciò che è gradito davanti a lui, per mezzo di Gesù Cristo; a lui sia la gloria nei secoli dei secoli.
Ebrei 13:20-21
Opera in me e opera per me
Più confronto me stesso con quello che Gesù
rivela nei Vangeli, più aumentano i motivi per essere stupefatto. Che contrasto
tra un Cristo senza peccato e ciò che io sono per natura! Come non essere
d’accordo con Dio che condanna il male che c’è in me? Ecco perché il credente,
anche se ha la pace con Dio e una nuova speranza che lo stimola, ha
continuamente bisogno di giudicare il proprio operato e le proprie parole, come
pure le proprie intenzioni, affinché la sua vita assomigli sempre più a quella
del suo divino Modello.
Lo Spirito Santo mi aiuta a giudicare il
peccato, ma mi assicura anche che non andrò incontro a nessuna condanna perché
Cristo l’ha subìta al mio posto. Questa certezza non mi autorizza certo a
lasciarmi trascinare dalla mia natura malvagia; anzi, il pensiero dell’amore di
Gesù per me e delle sofferenze che ha patito per espiare le mie colpe,
contribuiranno a rendere la mia coscienza
sensibile e mi spingeranno ad aborrire
il male.
Ma non è solo sulla croce che le Scritture
mi invitano a contemplare il mio Salvatore, perché adesso il Suo posto è in
cielo, nella gloria alla destra di Dio dove intercede per me. Onorando Gesù in
questo modo, Dio ha proclamato la Sua completa approvazione del sacrificio da
Lui compiuto. Allora, la pace entrerà nel mio cuore, smetterò di occuparmi di
me stesso, dei miei rimorsi, delle mie debolezze e dei miei errori, per
rallegrarmi di ritrovare in Lui tutto ciò che mi manca.