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sabato 12 luglio 2014

12 Luglio

Lo spirito del Signore, dell'Eterno è su di me, perché l'Eterno mi ha unto per recare una buona novella agli umili; mi ha inviato per fasciare quelli che hanno il cuore spezzato, per proclamare la libertà a quelli che sono schiavi, l'apertura del carcere ai prigionieri, per proclamare l'anno di grazia dell'Eterno.
Isaia 61:1,2

Gesù a Nazaret
(Luca 14:16-30)

All'inizio del suo ministero, Gesù si reca nella città in cui è stato allevato. Entrando nella sinagoga, si alza per leggere le Sacre Scritture. Con la lettura dei versetti citati, il Signore definisce il ministero di grazia che è venuto a compiere. Sarà ascoltato? Sarà ricevuto?
Appena pronunciate le prime parole, "tutti... si meravigliavano delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca" (Luca 4:22). Il Signore Gesù, che legge i pensieri dei suoi uditori, dice allora: "Certo, voi mi direte...: Fa' anche qui nella tua patria tutto quello che abbiamo udito essere avvenuto in Capernaum!" (v. 23).
L'evangelo è considerato gradevole purché dia del soccorso ma senza risvegliare la coscienza. La gente di Nazaret avrebbe voluto beneficiare dei miracoli del Signore, che guariva e nutriva il suo popolo. Ma Egli aggiunge: "In verità vi dico che nessun profeta è ben accetto nella sua patria" (v. 24). E quando sentono che, in seguito a questo rifiuto, Dio fa grazia a degli stranieri, come al tempo di Elia ed Eliseo, allora l'atmosfera cambia di colpo, e Gesù sfugge per poco all'odio del popolo che vuole ucciderlo.
Abitanti delle nostre regioni, abbiamo bisogno di Dio tanto quanto i popoli dei paesi più sfavoriti. Egli ci offre il suo perdono e la sua salvezza mediante l'evangelo della sua grazia. Migliaia di persone la ricevono nei paesi più lontani. Non facciamo come gli abitanti di Nazaret, accettiamo oggi la parola del Signore Gesù.