·
Chi è Melchisedec?
È un personaggio
particolare del Vecchio Testamento, perché è allo stesso tempo re e sacerdote.
Tutto ciò che sappiamo di lui si racchiude in quattro versetti (Ge 14:18/20),
ma assume un’importanza straordinaria alla luce dell’epistola agli Ebrei in
quanto è un tipo della persona di Cristo.
·
Re e sacerdote
Il suo nome significa: “re di giustizia” ed era re di Salem,
cioè: “re di pace” (2) il che ci
parla della gloria di Cristo poiché la giustizia e la pace saranno i due grandi
caratteri del Suo regno milleniale.
Era sacerdote “dell’Iddio altissimo”, titolo confermato
da Davide in un Salmo che presenta il Messia (Sl 110:4) e, questo stesso versetto,
è ripreso per cinque volte dall’autore della nostra epistola, che lo applica
sempre a Cristo (5:6 e 10 – 6:20 – 7:17
e 21).
Melchisedec è presentato come essendo senza
genealogia e per questo rassomigliato al Figliolo di Dio (3). Come Cristo ha
entrambe le funzioni di re e sacerdote. Questa gloria di Cristo sarà resa
visibile durante il regno milleniale, così come dichiara il profeta: "Ecco
un uomo, che si chiama il Germoglio … si siederà e … sarà sacerdote sul suo
trono" (Za 6:12/13).
·
Più grande di Abramo
I Giudei erano fieri di
avere per padre Abramo e lo tenevano in grande stima in quanto depositario
delle promesse (Mt 3:9 – Gv 8:33 e 39),7 pur tuttavia Melchisedec gli è
superiore, come è superiore a Levi per le quattro ragioni menzionate nei versetti
da 4 a 10:
G Ha ricevuto la decima da
Abramo che attraverso quest’atto gli riconosce la preminenza ed il diritto ad
essa.
G I Leviti avevano il
diritto a ricevere la decima dal popolo, ma, allorché Abramo la dà a
Melchisedec è come se anche Levi lo avesse fatto (10) riconoscendo anch’egli la
superiorità del sacerdozio di Melchisedec.
G Abramo è il depositario
delle promesse di Dio e, nonostante questa dignità, è benedetto da Melchisedec
(7).
G I Leviti erano persone
mortali ed altri sacerdoti rimpiazzavano coloro che morivano in contrasto con
Melchisedec di cui si attesta che vive (8).
L’autore dell’epistola,
poco a poco, smonta le argomentazioni che avrebbero potuto lasciar credere a
questi credenti Giudei divenuti cristiani che il giudaesimo, coi suoi grandi
personaggi, sia di una qualche utilità per la loro salvezza eterna.
I credenti sono ricolmi
delle benedizioni di Cristo, il divino Melchisedec, al quale offriamo le nostre
decime, cioè tutto ciò che Gli offriamo riconoscendo la Sua autorità.
Più saremo coscienti
della Sua maestà più noi desidereremo “piacergli
in ogni cosa” (Cl 1:10).
D.C.