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lunedì 21 luglio 2014

l’arresto del signore - Giovanni 18:1/11


Il Signore era venuto nel mondo per dare la Sua vita (Matteo 20:28) ed è pienamente cosciente che ciò che Lo attende è la morte mediante crocifissione (3:14 – 8:28).

·         Il giardino degli Ulivi
Uscito di casa dove ha celebrato la Pasqua con i discepoli si reca in un giardino chiamato Getsemani (che significa: “frantoio”) e nel quale si era spesso intrattenuto con loro (2). Giovanni tace su tutti i dettagli dell’agonia del Signore in questi ultimi momenti della Sua vita terrena, ma  non possiamo fare a meno di considerare il contrasto fra due giardini menzionati nella Parola: “il giardino di Eden” ed “il giardino degli Ulivi”.
Nel primo, Adamo, il primo uomo, disobbedisce a Dio e prende il frutto proibito, nel secondo,  con una perfetta e cosciente obbedienza, Gesù, il secondo uomo (1 Corinzi 15:47), accetta la coppa della prova suprema dalla mano del Padre (Matteo 26:36/46).

·         Chi cercate?
Giuda ha condotto la coorte e le guardie mandate dai capi sacerdoti e dai farisei (3) in quel giardino perché si procedesse all’arresto, ma è il Signore stesso che si fa loro incontro (4) e chiede: “chi cercate?”. Chi altri potevano cercare se non “Gesù in Nazareno”? È il solo nome col quale possono conoscerLo per identificarLo in questa circostanza: "il Nazareno" - che viene da Nazareth - sinonimo di disprezzo. Natanaele stesso chiede se da quella città può venire qualcosa di buono (1:46).
Il Signore va loro incontro con dignità e dice a coloro che Lo cercano “IO SONO”. Egli si pone a difesa dei Suoi discepoli (8) ed allo stesso tempo dichiara la Sua esistenza eterna in modo così evidente che tutti indietreggiano e cadono a terra (6) come era già stato predetto (Salmo 27:2).

·         Una inutile difesa!
Per coerenza Pietro avrebbe dovuto offrirsi al posto del Signore (13:37), anche se non era stato capace di vegliare un’ora con Lui (Matteo 26:40).
Al contrario userà la spada, recidendo l’orecchio destro di Malco e, senza rendersene conto, una volta ancora, il suo gesto rischia di ostacolare i piani divini.
Il Signore interviene, rimprovera il gesto di Pietro (11) e rimedia al danno fatto (Luca 22:51). Non era il momento di mostrare la Sua gloria e la Sua potenza (Matteo 26:53), era il momento “di bere il calice che il Padre gli aveva dato”.

G  Che il Signore ci illumini sempre sulla Sua volontà e ci dia di saper discernere sempre, momenti e circostanze per fare o non fare quelle cose che potrebbero ostacolare i Suoi piani!


D.C.