Seguici anche su Facebook!

Seguici anche su Facebook! Unisciti al Gruppo cliccando su:
https://www.facebook.com/groups/287768858057968/

sabato 26 luglio 2014

26 Luglio

Gesù, gridando a gran voce, disse: "Padre, nelle tue mani rimetto lo spirito mio". Detto questo, spirò.
Luca 23:46

Per questo mi ama il Padre; perché io depongo la mia vita per riprenderla poi.
Giovanni 10:17

"Padre, nelle tue mani rimetto lo spirito mio" (VII)

Quest’ultima frase di Gesù sulla croce rievoca tutta l’intimità dell’amore e della comunione fra Gesù e suo Padre. Come aveva detto prima delle tre ore di tenebre, Gesù ripete: “Padre”. L’espiazione è compiuta, la questione dei nostri peccati è regolata. 
Perfettamente in pace, pienamente cosciente, Gesù sta per deporre la sua vita, sta per donarla. Dopo aver chinato il capo, egli rimette il suo spirito nelle mani del Padre. È l’atto finale del suo sacrificio volontario. Egli stesso ha separato il suo spirito dal corpo e l’ha rimesso a Dio suo Padre.
Più volte il Nuovo Testamento ci riporta che Gesù ha dato se stesso (Galati 2:20; Efesini 5:2,25; Tito 2:14). Tutte queste espressioni fanno brillare la grandezza e l’amore di colui che dava la sua vita. Nessuno aveva il potere di prendergliela (Giovanni 10:18), ma egli l’ha offerta affinché noi potessimo ricevere una nuova vita, spirituale, affidandoci a lui. 
Il Signore Gesù affronta la morte tranquillamente, come vincitore, sapendo che Dio risusciterà il suo corpo (Atti 2:27). Per mezzo della sua morte egli ha distrutto la potenza del diavolo che ci spaventava (Ebrei 2:14). La settima frase annuncia il riposo della nuova creazione. Il peccato e il male sono vinti alla croce e la creazione è liberata e restaurata. Così come il settimo giorno della creazione è stato il giorno del riposo e della soddisfazione del Creatore, così la settima frase introduce il Signore nel luogo di riposo: le mani del Padre. 
Imitando Gesù, davanti alla morte anche noi possiamo affidarci con tranquillità nelle mani del nostro Dio e Padre.