Questo salmo esprime i sentimenti di un credente posto sotto la disciplina divina a causa di un peccato commesso, come nel caso di Davide, autore di questo Salmo dopo la morte di Uria (2 Samuele 12:13/16).
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La sofferenza
Quando
un credente si trova sotto la disciplina dove può trovare l’aiuto se non in
quello stesso Dio che ha offeso con il suo peccato? E quale preghiera può
rivolgere a Dio se non quella di essere corretto sì, ma non nella Sua ira (1)
e, al contrario, nella Sua fedeltà (Salmo 119:75).
È
questa convinzione che dona fiducia al credente.
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Un’anima tormentata
Il sentimento della gravità di ciò che è
stato commesso tormenta l’anima del credente in questo stato, ma quanto dovrà
attendere prima di esserne liberato (3)? Un raggio di luce squarcia le tenebre
e la fiducia in Dio riprende forza: quel Dio che castiga è un Dio
misericordioso (4).
Ezechia, malato a morte conoscerà
qualcosa di molto simile a questa prova; anche lui invocherà Dio che fa grazia,
che gli risponderà (Isaia 38:4/8).
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La sicurezza della fede
Dio ha udito la supplica (9), “la voce del pianto” (8) e, benché le
circostanze siano ancora le stesse di un attimo prima, la fede anticipa il
momento della liberazione e la speranza diventa certezza del perdono.
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Il risultato
Tutti i credenti prima o poi, conoscono
la disciplina che Dio esercita come un padre verso i Suoi figli (Ebrei 12:7) ed è
grande il pericolo di disprezzarla o di perdersi d’animo (Ebrei 12:5) e
l’esperienza di Davide, espressa in questo Salmo, è di grande conforto.
Il Padre ama troppo i Suoi figlioli per
non liberarli dalla disciplina, allorché questa ha prodotto il suo risultato
nell’anima travagliata, che, cosciente di aver peccato, dopo averlo
riconosciuto e confessato il proprio errore, si affida alla misericordia divina
per essere completamente ristabilito.
È
ben vero che la disciplina non sembra, al momento, essere fonte di gioia, ma
una volta ottenuto i suoi risultati essa produce “un frutto di pace e giustizia in coloro che sono stati addestrati per
mezzo di essa” (Ebrei 12:11) che porterà il credente ad esclamare col
salmista: ”prima di essere afflitto, andavo errando, ma ora osservo la tua parola” (Salmo 119:67).
D.C.