Giovanni 5:7
Nessuno gliene dava (al figlio prodigo, dei baccelli che i maiali mangiavano)
Luca 15:16
Guarito (I)
Niente di nuovo. L'ingresso d'un edificio religioso, già al tempo degli apostoli, era un luogo ambito per fare appello alla carità dei fedeli. Seduto alla porta del tempio a Gerusalemme, un infermo tende la mano chiedendo l'elemosina (Atti 3:1-11). Storpio fin dalla nascita, non riesce a camminare. Tutti i giorni lo portano lì. Quelli che entrano nel tempio per onorare Dio avranno misericordia di quel povero mendicante?
Ecco che due uomini si avvicinano e gli dicono: "Guardaci!". Gli sguardi s'incrociano, uno carico di compassione e l'altro di angoscia. La speranza nasce nel cuore del paralitico: questi uomini gli daranno certamente qualche moneta! Uno dei due, Pietro, gli dice: "Dell'argento e dell'oro io non ne ho". Non vuole illuderlo. È proprio vero, non ci si può aspettare nulla dall'uomo: "nessun uomo può riscattare il fratello" (Salmo 49:7). Ma Pietro è un discepolo di Gesù. Conosce la sua potenza e il suo amore. Lo ha visto liberare degli infermi, guarire dei malati e persino risuscitare dei morti. Sa che Gesù, nel cielo, è sempre lo stesso. Pietro aggiunge: "Ma quello che ho, te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, cammina!". Poi prende l'infermo per mano. Il mendicante si alza in piedi, salta di gioia ed entra nel tempio per lodare Dio.
Ripensiamo al racconto di ieri (Atti 3:1-11); esso parla a ciascuno di noi. Servendosi di immagini diverse, Dio ci mostra qual è la nostra condizione finché siamo lontani da lui. Assomigliamo moralmente a dei malati che gridano la loro disperazione e riconoscono: Non ho nessuno che mi possa guarire, salvare (Giovanni 5:7). In altri passi della Bibbia, siamo paragonati ad un lebbroso incurabile (Luca 5:12) o ad un ferito a morte (Luca 10:30); come ricorda l'apostolo Paolo, noi siamo "morti nelle nostre colpe e nei nostri peccati" (Efesini 2:1). La gente ci passa vicino senza darci niente; in realtà non ha nulla di efficace da darci.
Ma Qualcuno dall'alto del cielo ha visto la nostra miseria ed è sceso per salvarci. Per compiere una tale liberazione, una tale guarigione, non sarebbe stata sufficiente una frase come quella di Pietro, neppure qualche medicamento come quelli somministrati dal buon Samaritano all'uomo ferito dei banditi (Luca 10:34); è stato necessario il sacrificio di Gesù Cristo. Questa era l'esigenza di Dio: "Senza spargimento di sangue non c'è perdono" (Ebrei 9:22). Il sangue dei tori e dei becchi offerti in sacrificio al tempo dell'Antico Testamento non poteva cancellare il peccato. Occorreva il prezioso sangue di Cristo (1 Pietro 1:19).
Ora che Gesù Cristo è passato per la morte ed è stato risuscitato ed elevato al cielo, la salvezza è offerta a tutti quelli che credono in lui. L'avete accettata?