Durante
tutto il periodo dell’Antico Testamento il Tabernacolo prima, il Tempio poi,
erano stati costruiti da mani umane e per una durata limitata. Distrutto e
ricostruito più volte, il Tempio, che gli Ebrei vedevano nel momento in cui leggevano quest’epistola, sarebbe stato presto distrutto dalle legioni di Roma.
Sulla terra
tutto era deperibile. Ma il Signore non entra in un Santuario “figura del vero” (24), ma “nel cielo stesso”, davanti a Dio, per
essere, per noi, Sommo Sacerdote ed Avvocato.
·
Una volta sola!
Sotto la vecchia alleanza il sacerdote doveva
entrare una volta l’anno (25) nel “luogo santissimo” facendo l’aspersione con
sangue di animali. Alla fine di questo periodo niente era stato regolato in
modo definitivo dimostrando, così, l’incapacità dell’uomo di rispondere alle
esigenze di Dio.
Cristo è
entrato Lui stesso “non con sangue di
capri e di vitelli, ma con il proprio sangue” (Eb 9:12) e non ha avuto
bisogno di soffrire più volte, ma è stato manifestato “una sola volta alla fine dei secoli”, “per annullare il peccato col Suo sacrificio” (26). Il Signore è
ricevuto in gloria a dimostrazione
dell’accettazione del Suo sacrificio, che ha regolato la questione del
peccato per coloro che credono.
·
Per annullare il peccato.
Questa espressione non include solo
l’espiazione dei peccati. Essa include la cancellazione dei peccati ed il
giudizio sulla radice del peccato nell’uomo: il peccato nella sua totalità è
annullato.
Ciò non è ancora visibile in tutti i suoi
caratteri ma lo è agli occhi di Dio. Colui che crede è una nuova creatura (2 Co
5:17). La vittoria di Cristo alla croce è totale, definitiva ed eterna!
·
Apparirà una seconda volta!
L’uomo aveva
davanti a sé un’angosciante prospettiva: la morte ed il giusto giudizio di Dio
(27), ma Cristo ha portato “i peccati di
molti” (28) e non di tutti, cioè
solo di coloro che Lo hanno accettato come loro personale Salvatore salvandoli
per l’eternità.
La prima
volta che il Signore è venuto su questa terra “alla fine dei secoli” (26) è stato per regolare la questione del
peccato, ma apparirà una seconda volta, “senza
peccato” (28), cioè senza avere a che fare con il peccato e per la salvezza
di “coloro che Lo aspettano”.
I nostri sguardi siano,
perciò, fissi al cielo!