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mercoledì 23 luglio 2014

23 Luglio

Dall’ora sesta si fecero tenebre su tutto il paese, fino all’ora nona. E verso l’ora nona, Gesù gridò a gran voce: "Elì, Elì, lamà sabactanì?" cioè "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?".
Matteo 27:45-46

"Perché mi hai abbandonato?" (IV)

Dobbiamo meditare questa quarta frase del Signore Gesù crocifisso con profondo rispetto. È una parola d’importanza capitale, di un'intensità che resta insondabile per noi. Dopo mezzogiorno, si fa buio a Gerusalemme. Tenebre sovrannaturali hanno ricoperto il paese. Non più scherni, non più ingiurie, gli uomini sono messi da parte. Dio sottrae il Figlio agli sguardi umani. Ciò che accade durante quei momenti non può essere capito da una creatura.
Nessuno potrà mai penetrare nello sconforto provato da Gesù nel corso di quelle tre ore di tenebre. Il nostro Salvatore restò in una solitudine totale, abbandonato dal suo Dio perché espiava i peccati di tutti coloro che avrebbero creduto in lui. Lui, il Figlio diletto del Padre, in quel momento era privato della presenza del suo Dio. Perché? Perché per amore egli si era identificato con noi peccatori. Egli ha preso su di sé la maledizione che noi meritavamo a causa dei nostri peccati. Ricordiamoci sempre della sofferenza di Gesù sulla croce. Senza le ore di espiazione, nessuno sarebbe potuto essere salvato. Il castigo delle nostre colpe sarebbe sempre davanti ai nostri occhi.
In quelle ore di abbandono, la santità di Dio splende: Dio condanna il proprio Figlio. Ma lo fa per amore, lo fa per salvare noi che invece non lo amavamo. Amore del Padre, amore del Figlio! Tema eterno di adorazione per noi credenti! È per voi e per me che egli è stato abbandonato da Dio sulla croce.