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Rialzare il fratello
Quando un
credente si lascia sorprendere e cade in un peccato dovrebbe poter contare,
come una risorsa della grazia, anche sull’aiuto dei fratelli.
Un credente
spirituale (1) non è qualcuno che appartiene ad una classe privilegiata, ma è
un credente sottomesso al Signore che si lascia condurre dallo Spirito Santo (2
Co 2:15/16).
È questo che
gli permetterà di andare verso il fratello che è caduto non con durezza e
severità, ma con dolcezza, consapevole di poter cadere anche lui.
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Portare i pesi gli uni degli altri
Difficoltà,
mancanza di esperienza o di conoscenza, paure ed affanni costituiscono il
carico da portare ogni giorno ed è una gioia sapere che possiamo portare il
nostro carico con l’aiuto dei nostri fratelli e sorelle, una vera benedizione
apportata dalla comunione fraterna è, in una parola: “l’adempimento della legge
di Cristo” (2).
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Sostenere i servitori
Far “parte di tutti i suoi beni a chi lo
istruisce” fa parte del carico da portare.
Paolo ne
parla in dettaglio in 1 Co. 9 anche se lui non fa molto uso di questo diritto.
L’espressione
“chi lo istruisce” (6) è molto
generica ed indica tutti coloro che svolgono un servizio per il Signore e
l’esortazione non abbraccia solo una chiesa locale, ma tutti i credenti.
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Seminare
e mietere
Ciò che
viene seminato sarà quello che viene mietuto. È un principio immutabile ben
visibile in natura, vero nella qualità, come nella quantità (2 Co 9:6), è una
legge immutabile di Dio sia verso gli uomini che verso i credenti (Os 8:7 –
10:12).
Non si può
pensare di accogliere la grazia e rifiutare di sottomettersi ai doveri che ne
derivano. Non si può affermare di avere lo Spirito e vivere nella carne, perché
carne e Spirito sono in opposizione fra loro. Sono due semi di natura diversa
(3:3 – 5:16/26) così diversi che uno farà raccogliere corruzione, l’altro vita
eterna (8).
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Scoraggiamento e opportunità
Paolo invita
a non lasciarci prendere dallo scoraggiamento, a non stancarci, ad aspettare
con pazienza come fa ogni agricoltore (Gm 5:7). L’espressione “a suo tempo” è così vaga che, per i
risultati, potremo anche dover attendere l’eternità quando: “allora ciascuno avrà la sua lode da Dio”
(1 Co 4:5).
Dovremo
anche essere capaci d’approfittare di tutte le opportunità per fare del bene a
tutti, in particolare ai nostri fratelli nella fede.
L’espressione
“finché ne abbiamo” (10) evidenzia
che vi è un tempo in cui operare, prima che sia troppo tardi.
D.C.