Seguici anche su Facebook!

Seguici anche su Facebook! Unisciti al Gruppo cliccando su:
https://www.facebook.com/groups/287768858057968/

giovedì 24 luglio 2014

24 Luglio

Dopo questo, Gesù, sapendo che ogni cosa era già compiuta, affinché si adempisse la Scrittura, disse: "Ho sete". C’era lì un vaso pieno d’aceto; posta dunque una spugna, imbevuta d’aceto, in cima a un ramo d’issopo, l’accostarono alla sua bocca.
Giovanni 19:28-29

"Ho sete" (V)

Con la quinta frase sulla croce, dopo le tre ore di abbandono, Gesù chiede da bere. Le sue ferite, il suo combattimento morale, gli fanno soffrire una sete ardente. Ma non è solo per questo che dice: “Ho sete”. Sulla croce, come d’altronde durante tutta la sua vita, Gesù ha sempre fatto la volontà di Dio. Nonostante la sua intensa sofferenza egli grida: “Ho sete” perché la santa Scrittura aveva annunciato in anticipo: “Mi hanno dato da bere aceto per dissetarmi” (Salmo 69:21). 
Ma possiamo pensare che questa frase del Signore rivesta un’altra portata spirituale. Avendo compiuto l’opera, il Signore Gesù guarda oltre. La sete che sente rievoca il desiderio intenso della gioia della presenza di Dio: “O Dio… di te è assetata l’anima mia” (Salmo 63:1). La sua sete è un segno dell’imminenza del regno in cui gusterà ben presto la comunione completa di suo Padre e dei suoi. Egli ha detto: “Ho sete” per poter diventare la sorgente d’acqua viva per tutti coloro che confidano in lui. Egli offrirà al mondo l’acqua viva della salvezza (Giovanni 4:14).