Seguici anche su Facebook!

Seguici anche su Facebook! Unisciti al Gruppo cliccando su:
https://www.facebook.com/groups/287768858057968/

mercoledì 29 marzo 2023

29 marzo - I problemi di Giobbe e la loro soluzione

Giobbe rispose e disse: “Di cose come queste ne ho udite tante! Siete tutti dei consolatori molesti!”

Allora Giobbe rispose al SIGNORE e disse: “Il mio orecchio aveva sentito parlare di te ma ora l’occhio mio ti ha visto”.

Giobbe 16:1-2; 42:1, 5

 

I problemi di Giobbe e la loro soluzione

 

Strana storia quella di Giobbe. Prima colmato di benefici da parte di Dio e poi, all’improvviso, colpito dalle più tremende sventure e privato di tutto. Davanti a Dio, Giobbe dichiara a gran voce la propria giustizia, ma Dio sembra rimanere insensibile alle sue pene. Sua moglie lo incita a maledire Dio, e i suoi amici lo demoralizzano con discorsi pieni d’impeccabile “teologia”, convinti che la causa di tutte le sciagure di quell’uomo fosse dovuta a peccati da lui commessi e a offese fatte a Dio. Discorsi duri che, invece di consolarlo, lo mettevano sotto accusa senza pietà.

Sono interessanti, alla fine del libro, le parole con le quali Dio si rivolge a questi amici: “La mia ira è accesa… perché non avete parlato di me secondo la verità, come ha fatto il mio servo Giobbe” (Giobbe 42:7)! Qui c’è una grande lezione da imparare: siamo messi in guardia dai discorsi affrettati e verbosi che non comprendono né il percorso né lo scopo di certe sofferenze.

Ma l’insegnamento del libro di Giobbe va ben oltre. Da questo racconto comprendiamo che ogni uomo, anche se umanamente giusto, è un peccatore davanti a Dio e non può accampare pretese. Poi comprendiamo che le prove che i credenti devono sopportare avvicinano a Dio e portano a risultati spirituali che superano ogni ragionamento umano.

Dio concede a Giobbe di “vederlo” e di capirlo. Quell’uomo, pure così giusto, ha dovuto riconoscere di essere comunque un peccatore, e alla fine il suo cuore è colmo dell’amore divino. Giobbe pregherà per quelli che lo avevano scoraggiato; e, inaspettatamente, quando il libro si chiude, lo sentiamo dire, rivolto a Dio: “Il mio orecchio aveva sentito parlare di te ma ora l’occhio mio ti ha visto. Perciò mi ravvedo, mi pento, sulla polvere e sulla cenere” (42:5-6).