“Voi siete la luce del mondo” (Matteo 5:14), disse il Signore hai suoi discepoli. Prima che la luce splenda al di fuori, bisogna che brilli dentro.
Osserviamo che in Matteo il Signore parla della lampada, ma dove brilla? Per “tutti quelli che sono in casa”. Infatti, la prima testimonianza del credente è nella propria famiglia. Quando una persona ha dato il suo cuore al Signore è là che dimostra, prima che altrove, il cambiamento avvenuto nella sua vita.
Ma in Luca (8:16) dice che la lampada risplende affinché “chi entra veda la luce”. Quando in casa nostra entrano ospiti degli estranei, si rendono conto d'essere in una famiglia di credenti?
Infine, Matteo (5:16) dice che la luce deve risplendere “davanti agli uomini”.
Il nemico cerca di impedire alla luce di brillare e suscita ostacoli. Invece di essere collocata sul candeliere, la lampada potrebbe essere messa:
“in un luogo nascosto” Luca 11:33. Giuseppe d'Arimatea era discepolo del Signore in segreto. Nicodemo andò a Lui di notte per non farsi vedere. Non succede anche a noi di nascondere la nostra luce e di non osare confessare la nostra fede?
“Sotto il moggio” Matteo 5:15. Il moggio era un'unità di misura per liquidi e cereali; esso ci parla delle nostre attività, degli affari, delle varie occupazioni. Un cristiano si può far prendere dalle proprie occupazioni a tal punto che non lo distingue più da un uomo del mondo i cui interessi sono solo terreni.
“Sotto il letto” Marco 4:21. La pigrizia, il desiderio di comodità, l'indifferenza, possono coprire la luce, annullare ogni testimonianza. Si preferisce la vita facile e senza problemi.
La nostra luce deve risplendere, nella casa, per chi vi entra e al cospetto degli uomini e niente deve impedire ad essa di brillare.