Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze; ma con la tentazione vi darà anche la via di uscirne, affinché la possiate sopportare.
1 Corinzi 10:13
Se affligge, ha pure compassione, secondo la
sua immensa bontà.
Lamentazioni 3:32
Gioia e tristezza
L’apostolo Paolo, incarcerato a Roma per la sua fede, ha
scritto una lettera ai Filippesi. Da quella prigione egli parla della gioia
profonda che prova anche in quella difficile situazione e invita i credenti a rallegrarsi sempre nel Signore. Queste sue raccomandazioni assumono oggi un
rilievo particolare per noi.
In quella stessa lettera, Paolo accenna
anche alla malattia del suo amico Epafra, e con riconoscenza rileva che Dio l’ha
risparmiato dalla morte. “Dio ha avuto pietà di lui; – scrive – e non soltanto di lui, ma anche di me, perché io
non avessi dolore su dolore” (Filippesi 2:27).
Questa menzione della tristezza, nella lettera che parla tanto di gioia, è
forse una contraddizione? No; Paolo era pronto a sopportare senza vacillare le
prove più pesanti perché il Signore era
la sua gioia!
Il Signore vuole che anche noi ci rallegriamo sempre in Lui, ma non si
aspetta che siamo insensibili alla sofferenza. Dio ha compassione di noi e conosce la nostra sensibilità, i nostri
limiti; se permette delle pene nella nostra vita, questi limiti non li
supera mai.
Cari amici, manteniamo la fiducia nella misericordia e nelle cure del
nostro Dio, per noi e per i nostri cari. Egli conosce, pesa, misura tutto con
saggezza. Così sperimenteremo che le difficoltà non cancellano mai né la
speranza né la pace, e nemmeno la gioia che abbiamo in Lui.