Seguici anche su Facebook!

Seguici anche su Facebook! Unisciti al Gruppo cliccando su:
https://www.facebook.com/groups/287768858057968/

sabato 25 marzo 2023

Due nascite, due lezioni

L'uomo non può fare a meno di norme e di prescrizioni che gli dicano nei dettagli tutto ciò che deve fare. Probabilmente questo sentimento gli proviene dalla sua insicurezza. E' ben noto che nel libro dei Proverbi viene ricordato al credente “il Signore sarà la sua sicurezza” (Proverbi 3:26), ma l'uomo vuole essere “sicuro” da solo, senza il Signore. Ed allora va alla ricerca di norme da osservare su cui fondare le proprie certezze. Ma è un tentativo infruttuoso. L'uomo nella sua presunzione pensò di poter fare a meno dell'unico precetto che Dio gli aveva dato: “Mangia pure di ogni albero del giardino, ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non ne mangerai” Genesi 2:16-17.

Così, dal momento che quella disubbidienza ebbe conseguenze inimmaginabili, si è innescato nell'uomo un processo di rivalsa che lo allontana sempre più dai propositi divini.

Perciò si circonda di norme, di comandamenti e di prescrizioni religiose, osservando le quali, pensa di ottenere un senso di sicurezza. L'uomo non fa altro che trasgredire i precetti che si impone e non riuscirà mai a soddisfare le esigenze di Dio.

La salvezza la si ottiene diversamente, ossia soltanto per mezzo di Gesù Cristo.

“Infatti sta scritto che Abraamo ebbe due figli: uno dalla schiava e uno dalla donna libera ma quello della schiava nacque secondo la carne, mentre quello della libera nacque in virtù della promessa. Queste cose hanno un senso allegorico; poiché queste donne sono due patti; uno, del monte Sinai, genera per la schiavitù, ed è Agar.” Galati 4:22-24.

Apparentemente la nascita di questi due figli poteva apparire uguale, invece non è così.

Infatti l'apostolo Paolo nell'epistola ai Galati capitolo 4 scrive: “ma quello della schiava nacque secondo la carne, mentre quello della libera nacque in virtù della promessa” (v.22). Cioè in un caso, quello per la nascita di Ismaele, è stato semplicemente messo in moto un processo che è nelle possibilità umane. Mentre nel caso di Isacco, la sua nascita è avvenuta in “virtù di una promessa”, cioè per il preciso intervento soprannaturale di Dio. Altrimenti egli non avrebbe mai visto la luce in questo mondo. E i genitori furono i primi ad esserne consapevoli. In questa maniera si delineano due strade contrapposte che indicano la differenza abissale che esiste fra carne e spirito.

Lo scopo dell'apostolo nel ricordare il fatto che Abramo ha avuto due figli da mogli diverse, è quello di dimostrare che siamo di fronte a due realtà contrapposte. Ed è necessario scegliere, perché non si può stare da una parte e volerne l'altra contemporaneamente.

Una, rappresenta la presunzione dell'uomo che non accetta la sua dipendenza da Dio e che vuole a tutti i costi “fare” o produrre qualcosa di meritorio. L'altra, invece, è il riconoscimento che non vi sono forze nell'uomo e che è incapace di fare qualcosa  di buono.

Se si intraprende la strada del “voler fare”, accadrà quello che è accaduto ad Abramo che ebbe la bella idea di aiutare Dio cercando una progenie appoggiandosi sulle proprie forze. Le conseguenze? Disastrose. Il figlio non solo se ne andrà ma resterà per lui come una sorta di spina nel fianco.

Se invece si ha fede, e si obbedisce al Signore tutto cambia. Isacco è segno del miracolo di Dio. Miracolo che non è secondo le possibilità dell'uomo (un corpo svigorito) ma riposa esclusivamente sulle promesse di Dio.