Dio ha dato all'uomo un'intelligenza in grado di conoscerlo, per glorificarlo e ubbidirgli. Ma di questa sua intelligenza, purtroppo, l'uomo si serve per elevarsi, esaltarsi e glorificare se stesso.
Con l'intelligenza, Dio ha anche dato degli occhi per vedere e degli orecchi per udire, ma purtroppo, quando Dio si manifesta e parla, il più delle volte l'uomo “non vede...non ode” Ezechiele 12:2. Il profeta Geremia rivolge a Israele questo rimprovero: “Hanno occhi, ma non vedono, hanno orecchi, ma non odono” Ger. 5:21. In ogni momento, ognuno di noi può contemplare “le sue qualità invisibili, la sua eterna potenza e divinità” chiaramente visibili “fin dalla creazione del mondo”, e “percepite per mezzo delle opere sue”. Per questo, coloro che non credono a Dio “sono inescusabili” Romani 1:20.
Ricordo un gioco che, a scopo didattico, facevo insieme ai miei figli quando erano piccoli.
Chiedevo loro di camminare in una stanza a occhi bendati evitando tutta una serie di ostacoli che erano disseminati qua e la.
Per evitare gli ostacoli dovevano solo seguire le istruzione che gli impartivo via via.
Due passi a destra, attento a sinistra, un passettino avanti ecc.
Tutti i noi abbiamo ben motivo di essere cauti durante il nostro cammino, siamo ciechi. Il nostro campo visivo non va oltre il presente. Siamo esattamente come i miei figli, procediamo a tentoni, in una stanza buia e l'unica cosa di cui abbiamo bisogno è una voce amica, famigliare che ci guidi.
L'abbiamo, quella voce non manca.
“Questo è Dio, il nostro Dio in eterno; egli sarà la nostra guida fino alla morte” Salmi 48:14.