Fate conto di essere morti al peccato, ma viventi a Dio,
in Cristo Gesù
Romani 6:11
Aspirazioni e desideri del
credente
Non c’è nulla che il
credente debba conquistarsi, perché Cristo, col Suo sacrificio e la Sua
risurrezione, ha già acquisito tutto per lui e gliene ha fatto dono, come il
“diritto di diventare figli di Dio” (Giovanni
1:12) e la “vita eterna” (Romani 6:23); “(Dio)
ci ha risuscitati con lui e con lui ci ha fatti sedere nei luoghi celesti
in Cristo Gesù” (Efesini 2:6). Il credente ha tutto ciò che si può desiderare.
Però, la
nostra natura umana peccatrice, “il nostro vecchio uomo”, sebbene sia stata
crocifissa con Lui (Romani 6:6), non è annientata; e se non la teniamo là,
“crocifissa”, nella morte, può ancora manifestare i frutti delle “passioni
ingannatrici” (Efesini 4:22). Ecco perché l’apostolo Paolo raccomanda ai
credenti di perseguire i veri valori, secondo il pensiero di Dio: “Se dunque
siete stati risuscitati con Cristo, cercate…
aspirate alle cose di lassù, non a quelle che sono sulla terra” (Colossesi
3:1-2); e poi aggiunge: “Fate
dunque morire ciò che in voi è terreno: fornicazione, impurità, passioni,
desideri cattivi e cupidigia, che è idolatria” (v. 5).
La
“nuova creatura”, che Dio ha creato in chi ha accettato il Signore Gesù come
proprio Salvatore, ha bisogno di essere alimentata perché possa svilupparsi e
prosperare. “Come bambini appena nati, desiderate
il puro latte spirituale, perché con
esso cresciate” (1 Pietro 2:2). Che cosa potrebbe essere questo “latte
spirituale” se non la Parola di Dio? Il salmista poteva affermare: “La legge della tua bocca per
me vale più di migliaia di monete d’oro e d’argento” (Salmo 119:72), e: “I giudizi del SIGNORE… sono più desiderabili
dell’oro… sono più dolci del miele” (Salmo 19:9-10). Anche noi dovremmo avere
lo stesso apprezzamento.