Leggere - GIOSUE’ 22:1/20
In
questo capitolo ritroviamo le due tribù e mezza di cui parla il capitolo 1 e
che, in obbedienza all’ordine dato da Mosè, erano passate in armi per aiutare i
loro fratelli nella conquista del paese. Ora potevano tornare alle loro case
dalle loro famiglie. Prima di congedarli Giosuè li benedice e li mette
sull’avviso dei pericoli nei quali si possono imbattere e li invita a mettere
in pratica i comandamenti, a camminare nelle vie dell’Eterno ed a servirLo con
tutto il cuore (5) come farà con il resto del popolo al momento della sua morte
(23:7/8).
G In compagnia dei loro
fratelli
Questi
uomini erano stati obbedienti agli ordini che avevano ricevuto da Mosè e fedeli
riguardo all’impegno che avevano preso di aiutare i loro fratelli nella
conquista del paese mettendo così in evidenza il loro amore fraterno visto che
avevano dovuto, per tutto questo tempo separarsi dalle loro famiglie.
Ora
potevano tornarsene a casa con un grande bottino ed immense ricchezze (8). La
guerra che avevano condotto a fianco dei loro fratelli li aveva arricchiti. La
compagnia dei credenti e il combattimento cristiano fatto nell’unità
arricchisce sempre.
G Una posizione equivoca
Fin
dall’inizio della loro storia (Numeri 32) erano stati caratterizzati dalla
posizione particolare che essi vollero prendere rispetto ai loro fratelli: non
dover passare il Giordano.
Era
accaduto tutto in modo naturale: avevano del bestiame e avevano visto in quelle terre pascoli che
avrebbero soddisfatto i loro
bisogni, perché non desiderarli e prenderne possesso?
G Le prime difficoltà
Le
difficoltà iniziarono subito. Le due tribù e mezzo pensarono fosse giusto
costruire un altare “che colpiva la
vista” (10) senza pensare alle reazione dei loro fratelli. Questo altare,
che nel loro intento aveva un buon scopo, in realtà li esponeva ad essere mal
compresi ed a sollevare negli altri un sentimento legittimo di santità, che li
avrebbe portati a far loro guerra interpretando quell’altare come il simbolo
della loro indipendenza dal resto del popolo.
G Fineas: santità e grazia
Il
resto del popolo, prima di agire, invia Fineas, figlio del Sommo Sacerdote e
una rappresentanza di ciascuna tribù per indagare sulla cosa come Mosè aveva
ordinato (Deuteronomio 13:12/14).
Nel
discorso di Fineas alcune cose balzano evidenti: il timore che queste tribù
avessero abbandonato l’Eterno (16), il timore che tutto il popolo avrebbe
portato le conseguenze di questo peccato (18) ma allo stesso tempo la
disponibilità in grazia di accogliere queste tribù in mezzo a loro se solo
avessero voluto ripensare alla loro scelta (19). Un tale esempio deve far
riflettere e portare sempre i credenti ad avere un equilibrio tra lo zelo e la
fedeltà al Signore e la grazia verso i
nostri fratelli.
D.C.