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mercoledì 30 aprile 2014

Un altare presso il Giordano

Leggere -  GIOSUE’ 22:1/20

 In questo capitolo ritroviamo le due tribù e mezza di cui parla il capitolo 1 e che, in obbedienza all’ordine dato da Mosè, erano passate in armi per aiutare i loro fratelli nella conquista del paese. Ora potevano tornare alle loro case dalle loro famiglie. Prima di congedarli Giosuè li benedice e li mette sull’avviso dei pericoli nei quali si possono imbattere e li invita a mettere in pratica i comandamenti, a camminare nelle vie dell’Eterno ed a servirLo con tutto il cuore (5) come farà con il resto del popolo al momento della sua morte (23:7/8).

G  In compagnia dei loro fratelli
Questi uomini erano stati obbedienti agli ordini che avevano ricevuto da Mosè e fedeli riguardo all’impegno che avevano preso di aiutare i loro fratelli nella conquista del paese mettendo così in evidenza il loro amore fraterno visto che avevano dovuto, per tutto questo tempo separarsi dalle loro famiglie.
Ora potevano tornarsene a casa con un grande bottino ed immense ricchezze (8). La guerra che avevano condotto a fianco dei loro fratelli li aveva arricchiti. La compagnia dei credenti e il combattimento cristiano fatto nell’unità arricchisce sempre.

G  Una posizione equivoca
Fin dall’inizio della loro storia (Numeri 32) erano stati caratterizzati dalla posizione particolare che essi vollero prendere rispetto ai loro fratelli: non dover passare il Giordano.
Era accaduto tutto in modo naturale: avevano del bestiame e avevano visto in quelle terre pascoli che avrebbero soddisfatto i loro bisogni, perché non desiderarli  e prenderne possesso?

G  Le prime difficoltà
Le difficoltà iniziarono subito. Le due tribù e mezzo pensarono fosse giusto costruire un altare “che colpiva la vista” (10) senza pensare alle reazione dei loro fratelli. Questo altare, che nel loro intento aveva un buon scopo, in realtà li esponeva ad essere mal compresi ed a sollevare negli altri un sentimento legittimo di santità, che li avrebbe portati a far loro guerra interpretando quell’altare come il simbolo della loro indipendenza dal resto del popolo.

G  Fineas: santità e grazia
Il resto del popolo, prima di agire, invia Fineas, figlio del Sommo Sacerdote e una rappresentanza di ciascuna tribù per indagare sulla cosa come Mosè aveva ordinato (Deuteronomio 13:12/14).
Nel discorso di Fineas alcune cose balzano evidenti: il timore che queste tribù avessero abbandonato l’Eterno (16), il timore che tutto il popolo avrebbe portato le conseguenze di questo peccato (18) ma allo stesso tempo la disponibilità in grazia di accogliere queste tribù in mezzo a loro se solo avessero voluto ripensare alla loro scelta (19). Un tale esempio deve far riflettere e portare sempre i credenti ad avere un equilibrio tra lo zelo e la fedeltà al Signore e  la grazia verso i nostri fratelli.


                                                                              D.C.