Leggere ATTI 5:11/33
La disciplina esercitata su
Anania e Saffira non ha alterato i caratteri della Chiesa (11/14):
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Il timore
– “un gran timore venne su tutta la Chiesa”
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La potenza
– “molti segni e prodigi erano fatti”
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L’unità
– “tutti di comune accordo”
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La comunione
– “si ritrovavano sotto il portico di Salomone”
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La separazione
– “nessuno degli altri osava unirsi a loro”
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La testimonianza
– “il popolo li esaltava”
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La crescita
– “si aggiungevano in gran numero”
Ü Perplessi
e confusi.
Ma tutto questo ha suscitato l’invidia del Sommo Sacerdote e dei
Sadducei i quali “pieni di invidia”
(17) fecero, ancora una volta, ricorso alla violenza nel disperato tentativo di
fermare il progresso del Vangelo.
Il prestigio ed il potere fin lì avuto su tutto il popolo rischia
di sparire nel nulla.
Poco importa se i malati non saranno più guariti, poco importa se
coloro che fanno del bene sono messi in prigione!
È sempre così che agisce l’uomo senza Dio. Quando il prestigio
diminuisce si ricorre ad ogni mezzo, anche alla violenza.
Ma il loro odio ed il loro potere vengono ad urtare contro l’amore
e la potenza del Signore, che interviene miracolosamente a favore dei Suoi
(19).
Questa potenza divina aveva agito nel giudizio di Anania e
Saffira, poi, operando miracoli per mezzo degli apostoli, ora in amore verso
coloro che erano testimoni perseguitati del Signore e lo smarrimento della
classe religiosa è completo. Odio e violenza possono ritorcersi contro di loro.
Gli apostoli sono ben visti dal popolo, perciò occorre cautela anche nel
cercare di portarli nuovamente alla presenza del Sinedrio.
Ü Obbedienti.
Gli apostoli, appena liberati, stanno predicando l’evangelo
(20/21) senza timore, obbedendo al comandamento ricevuto e lasciando a Dio di
occuparsi delle conseguenze che ciò avrebbe comportato.
È un bell’esempio per noi che fin troppo spesso, pensando al dopo,
al ciò che succederà, manchiamo di obbedire e di seguire fino in fondo la
volontà del Signore seguendo l’esempio del nostro Maestro che, entrando nel mondo,
poteva dire: “ecco vengo … per fare, o
Dio, la Tua volontà” (Ebrei 10:7), una volontà che Lo avrebbe portato a
morire sulla croce per noi.