Seguici anche su Facebook!

Seguici anche su Facebook! Unisciti al Gruppo cliccando su:
https://www.facebook.com/groups/287768858057968/

sabato 26 aprile 2014

La storia d’Israele (2)

Leggere ATTI 7:17/29

Il popolo di Dio in Egitto cresce e un Faraone che non ha conosciuto Giuseppe lo rende schiavo. Il popolo di Dio non può crescere sul territorio del nemico senza destare apprensione e preoccupazione. Inquietato da questa crescita il Faraone cercherà di distruggerlo. Ma Dio veglia sul Suo popolo e suscita un liberatore: Mosè.

Mosè il potente.
Mosè nasce nel pieno della persecuzione da parte di Faraone. I genitori di comune accordo (Ebrei 11:23) lo tennero nascosto per tre mesi poi lo affidarono alla misericordia di Dio. Raccolto dalla figlia di Faraone venne allevato alla corte ed istruito nella sapienza dell’Egitto.
La figlia di Faraone lo alleva per sé senza sapere che, così facendo, compie i disegni di un Dio che non conosce, perché le vie di Dio spesso si compiono anche per mezzo di persone incredule.
Mosè cresce e divenne “potente in parole e opere” (22). È così dell’uomo naturale le cui parole precedono le opere al contrario di coloro che sono istruiti da Dio che li conferma in “ogni opera buona e in ogni buona parola” (2 Tessalonicesi 2:17) e che sono chiamati ad amare non a parole ma con i fatti e in verità (1 Giovanni 3:18) seguendo il modello del Signore (cfr. Atti 1:1).

Mosè il fuggiasco.
Passano quarant’anni e Mosè non ha dimenticato il suo popolo e lo visita. Vedendo che uno di loro è maltrattato colpisce a morte un Egiziano sperando così che il popolo capisca che è lui il liberatore, ma quante cose ha ancora da imparare Mosè alla scuola di Dio.
Non solo il suo popolo non comprenderà, ma poco dopo gli chiederà chi lo ha costituito “capo e giudice” (27).
Mosè fugge e si rifugia nel paese di Madian dove farà il pastore per altri quaranta anni.

Mosè alla scuola di Dio.
È certamente interessante di notare come Dio prepari i Suoi servitori.
Alla fine dei suoi primi quaranta anni Mosè fa l’esperienza che tutto ciò che ha imparato alla corte di Faraone gli è inutile per servire il Signore, che ha altri piani per lui.
Anche noi possiamo pensare che una posizione elevata in questo mondo possa essere utile al Signore, ma non sempre è così perché non dobbiamo mai dimenticare che: “Dio ha scelto le cose pazze del mondo per svergognare i sapienti; Dio ha scelto le cose deboli del mondo per svergognare le forti; Dio ha scelto le cose ignobili del mondo e le cose disprezzate anzi le cose che non sono, per ridurre al niente le cose che sono, perché nessuno si vanti di fronte a Dio”  (1 Co.1:27/29).
Mosè farà il pastore per quaranta anni, imparerà a conoscere i bisogni del suo gregge e ad averne cura e questo gli servirà in futuro molto più di tutta la sapienza d’Egitto.

Anche noi, come Mosè dobbiamo imparare questa grande lezione per poter essere strumenti utili nella mano del Signore.