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mercoledì 30 aprile 2014

La risposta del popolo

Leggere – GIOSUE’ 24:16/33

Il popolo risponde senza esitazione esprimendo il sincero desiderio di servire l’Eterno. Per ben tre volte (18, 21, 24) dichiarerà la stessa cosa. Ma una cosa è desiderare, ben altra è mettere in pratica. Israele conta sulle proprie forze senza che vi sia un solo accenno di richiesta di aiuto della grazia divina. Senza l’aiuto costante della grazia del Signore i nostri buoni propositi saranno di ben poco conto. La storia del popolo d’Israele ne è una triste immagine: passata la generazione che aveva goduto di tutte le opere potenti che Dio aveva fatto per lei (31) si manifestò tutta la debolezza e l’infedeltà. Ma questa è la storia del libro dei Giudici.

Le promesse
Il popolo riconosce che è l’Eterno che lo ha tratto dal paese d’Egitto, lo aveva protetto per tutta la traversata del deserto e lo aveva introdotto nel paese promesso ai suoi padri. Come avrebbe potuto non manifestare la sua gratitudine a fronte di tutto questo?
Il popolo non è nuovo a queste dichiarazioni di obbedienza. Lo aveva fatto ancora prima di conoscere i comandamenti della legge (Esodo 19:8) e lo ribadì in seguito (24:3), ma dì li a poco mostra l’incapacità di adempiere alla promessa: “Noi serviremo l’Eterno” (21).

Gli avvertimenti
Giosuè mette in guardia gli Israeliti. Li avverte della loro debolezza ed allo stesso tempo della santità e della gelosia di Dio (21) e che, come dispensa il bene, non avrebbe esitato ad esercitare i Suoi giusti giudizi (22) e che certo non avrebbe tollerato di dividere con altri il loro cuore.
Tutto questo viene scritto in un libro e una pietra è posta a testimonianza nel luogo della promessa (26) che avrebbe dovuto ricordare a loro ed alle future generazioni la promessa fatta. Forse anche nella nostra vita cristiana ci sono delle pietre che testimoniano ciò che, nel tempo, ci siamo proposti di fare per il Signore. Abbiamo mantenuto i nostri buoni propositi?

Tre sepolture
Quella di Giosuè che muore all’età di centoventi anni. Egli è stato fedele all’Eterno ed è stato di benedizione per il popolo. Ha finito la corsa, ha serbato la sua fede. Quella di Giuseppe, morto in Egitto, ma che aveva chiesto di essere sepolto nella terra promessa contando sulle promesse di Dio. Quella di Eleazar  che aveva guidato il popolo come Sacerdote negli anni della conquista. Avevano tutti contato sulla fedeltà dell’Eterno e Lui aveva mantenuto le Sue promesse.
La morte del credente segna solo la fine del suo servizio terreno, una generazione segue l’altra, ma ciò che non cambia e non viene mai meno è la grazia e la fedeltà del Signore. Che questo ci sia di incoraggiamento!


D.C.