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domenica 27 aprile 2014

La vittoria su Gabaon

Leggere  GIOSUE’ 10:26/43

G  Tranquilli! Il nemico è  vinto - 10:16/28
L’Eterno aveva promesso a Giosuè la vittoria su i suoi nemici (8) e così è stato. I re che si erano coalizzati per combattere contro Gabaon ora sono costretti a ripiegare in una fuga disastrosa che li vede obbligati a rifugiarsi nella caverna di Maccheda mentre il resto dell’esercito fugge cercando riparo in città fortificate.
La sconfitta del nemico è totale e l’esercito di Giosuè può tornarsene “tranquillamente” (21) presso l’accampamento.
Ai cinque re è riservata la stessa sorte del re di Ai (8:29) e le disposizioni divine sui cadaveri sono scrupolosamente osservate (Deuteronomio 21:23).
Così come l’Eterno aveva detto a Giosuè: “non temere” (8), così lui può dire al popolo: “non li temete” (25).
Il Signore fa la stessa esortazione a ciascuno di noi e se la nostra fede è pari a quella di Giosuè possiamo essere di incoraggiamento agli altri.
Satana, il nostro nemico (Ebrei 2:14), è vinto alla croce da Cristo e presto ne vedremo i risultati definitivi (Romani 16:20).

G   Una vittoria dopo l’altra – 10:29/39
Dio vuole che le vittorie del Suo popolo siano ricordate e le menziona una dopo l’altra tratteggiandone i particolari.
Tutte le città vengono messe “a fil di spada” (29, 32, 35, 37, 39) facendo ben attenzione che nessuno scampi. Le vittorie del credente dovrebbero essere sempre così definitive. Sappiamo usare “la spada dello Spirito, che è la Parola di Dio” (Efesini 6:17) contro tutto ciò che è davanti a noi e che ci impedisce di prendere possesso del paese della promessa?
Se lasciamo che qualche nemico sfugga alla distruzione, si rifugerà in una città fortificata e si riorganizzerà come avevano fatto quelli di Hebron (cfr. 23 con 37).

G  Dio combatte per noi – 10:40/43
Giosuè passa di vittoria in vittoria nella conquista della terra promessa ma può farlo solo in virtù del fatto che Dio combatte per Israele.
“Se Dio è per noi chi sarà contro di noi?” (Romani 8:31). Questa dichiarazione dà al credente la stessa certezza. Niente e nessuno può separarlo “dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore” e lo rende più che vincitore contro ogni nemico.



D.C.