Beati voi che siete poveri, perché il regno di Dio è vostro. Beati voi che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi che ora piangete, perché riderete.
Luca 6:20-21
Nei capitoli 5, 6, e 7 di Matteo c’è il cosiddetto “sermone sul monte”. “Beati i poveri in spirito, perché di loro è il regno dei cieli”. Così esordisce il Signore. Sono beati quelli che non insistono sui propri diritti, pronti a rinunciare ai propri privilegi nell’interesse degli altri, e ai propri progetti per conformarsi al piano di Dio.
Le “beatitudini” ci sorprendono davvero. Molti caratteri, comportamenti, situazioni che a giudizio del mondo sono assurdi, inutili, tutt’altro che desiderabili, per il Signore sono fonte di beatitudine! Chi mai desidererebbe essere afflitto o insultato o perseguitato? Che successo hanno nel mondo i mansueti e i misericordiosi? Che risultati quelli che si adoperano per la pace e i puri di cuore? Quale soddisfazione per gli assetati di giustizia?
L’insegnamento di Gesù è diametralmente opposto al concetto di beatitudine in uso nel mondo; e ci fa capire che le esperienze che cercheremmo a tutti i costi di evitare sono proprio quelle che producono le gioie più profonde e durature.
Il Signore capovolge così molte concezioni umane e scardina i contenuti dei valori e della cultura del mondo. Quelli che tutti definirebbero “sfortunati” sono i “beati” del Signore! A loro sono promessi, secondo i casi, consolazione e misericordia, il regno dei cieli e la terra.
Nel sermone sul monte il Signore ammaestrava le folle, ma molte delle sue parole erano per i discepoli, riservate a loro (Matteo 5:11-13). “Beati voi, quando vi insulteranno e vi perseguiteranno… Rallegratevi e giubilate, perché il vostro premio è grande nei cieli”. Alcune volte nei discorsi del Signore a “beati voi” è contrapposto “guai a voi”, così come nell’Antico Testamento alle benedizioni erano contrapposte le maledizioni (Deuteronomio 27 e 28). Ma là tutto era legato all’ubbidienza ai dettami della Legge, qui piuttosto a un modo di essere, alla disposizione di un cuore trasformato che crede e ama.
“Voi siete il sale della terra”, “la luce del mondo”. Non “siate”, ma “siete”. La fede in Cristo fa di ogni credente luce e sale; per illuminare con la Verità questo mondo di tenebre e per fare in modo che Dio possa, per così dire, trovare ancora fra gli uomini un minimo di piacere e un motivo per pazientare e ritardare i suoi giudizi.
Beati noi, che non abbiamo visto e abbiamo creduto (Giovanni 20:29), beati noi se facciamo le cose che sappiamo essere giuste (13:17). Ma soprattutto “beati quelli le cui iniquità sono perdonate e i cui peccati sono coperti” (Romani 4:7)! “Rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nei cieli” (Luca 10:20).