Leggere ATTI 7:1/16
Accusato da falsi testimoni di
proferire parole di bestemmia contro Dio, Stefano inizia il suo discorso
davanti al Sinedrio parlando del “Dio
della gloria”. Si rivolge a loro con rispetto, ma con fermezza ed il suo
discorso è teso a dimostrare i vari interventi di Dio in mezzo al Suo popolo e
di come questo vi si sia sempre opposto.
Ü Abramo: la chiamata
Abramo abita in un paese lontano
dalla terra promessa in una famiglia che serviva altri dei (Gs. 24:2) e la sua
chiamata mette in evidenza la sovranità della scelta divina, una scelta
insondabile che lo invita a lasciare tutto per entrare in un paese che non
conosceva. Abramo ubbidisce e parte senza sapere esattamente dove andava (Ebrei 11:8), diventando così un “forestiero e
pellegrino”. Anche se la fede di Abramo alla chiamata è rallentata dal
soggiorno in Caran.
Anche noi come Abramo siamo stati
chiamati a lasciare tutto per entrare nel paese che Dio ci mostra da lontano e
siamo chiamati a vivere in questo mondo come forestieri e pellegrini.
Lasciamo al Signore il compito di
guidarci anche se spesso le Sue vie ci sono ignote sapendo che la Sua grazia
può sopperire alla nostra mancanza di fede.
Ü Abramo:
la promessa.
La promessa fatta ad Abramo era
quella di dare una terra alla sua progenie. Di fatto Abramo non poté realizzare
niente di tutto ciò che Dio gli aveva promesso, ma con gli occhi della fede
egli vede quella terra migliore e celeste (Ebrei 11:16).
Solo dopo oltre quattrocento anni
la promessa diventerà realtà, tanti sono gli anni che le vie di Dio hanno
impiegato a realizzare le promesse fatte ad Abramo e per l’uomo di fede un
lungo periodo di pazienza. Possa il Signore insegnarci a pazientare quando le
promesse non sembrano vedersi realizzare.
Il momento verrà in cui realizzeremo che il Signore ci ha dato ciò che ci ha
promesso e gioiremo del Suo amore e della Sua grazia.
Ü Giuseppe
La storia di Giuseppe occupa 11
capitoli del libro della Genesi. Una storia lunga e dettagliata in cui traspare
la grazia di Dio che accompagna la fedeltà del patriarca e riassunta qui in
soli otto versetti.
L’invidia e l’odio dei fratelli
vengono contrapposti alla vicinanza del suo Dio, la sua schiavitù alla sua
liberazione (9). La sua sapienza e la sua grazia lo porteranno a governare
l’Egitto.
Le vie che Dio segue per portare
a compimento le Sue promesse sono spesso lontane dalle nostre. Quante volte
Giuseppe avrebbe potuto dubitare, lasciarsi andare alla tristezza, disperarsi,
ribellarsi, ma niente di tutto questo compare nella sua vita. E nella nostra?
Giuseppe sarà strumento per
sfamare i suoi fratelli che a causa della carestia saranno costretti a scendere
più volte in Egitto a comprare il grano. Facendosi loro conoscere potrà dire
loro: “non siete dunque voi che mi avete
mandato qui, ma è Dio” (Genesi 45:8).
Anche per Giuseppe Dio aveva
condotto ogni cosa prendendosi cura di lui anche in mezzo alle prove ed avendo
in vista il bene di altri. Il nostro Dio è forse cambiato? Non farà altrettanto
con ognuno di noi?