Chi confida nelle sue ricchezze cadrà.
Proverbi 11:28
L’inganno delle ricchezze, l’avidità delle altre cose… soffocano la parola.
Marco 4:19
(leggere 1 Timoteo 6:7-10, 17-19)
Nel passo di 1 Timoteo 6:7-10 Paolo si rivolge a “quelli che vogliono arricchire”. Egli mostra in quale laccio si cade se ci si dà alla ricerca accanita delle ricchezze. L’ansia di arricchire occupa i pensieri, distoglie dai problemi più importanti della vita e può spingere ad accettare dei compromessi con la propria coscienza. Notiamo che Paolo s’indirizza a dei credenti, e li preavvisa che una tale ricerca oltre ad essere inutile, può trascinare con sé ogni sorta di male e guastare la testimonianza che va resa al Signore.
Il secondo passo si indirizza a chi già è ricco “in questo mondo”, senza precisare l’origine né la misura di questa ricchezza. Poco importa che sia molta o poca; il pericolo è lo stesso. La prima esortazione è di non essere “di animo orgoglioso”, perché facilmente il fatto di essere più ricchi spinge a credersi anche più importanti e a trattare gli altri con superiorità. Paolo esorta poi a non riporre la speranza nell’incertezza delle ricchezze, a non fidarsi del livello di benessere che si è raggiunto, ma a riporre la fiducia in Dio solo.
Seguono poi quattro esortazioni positive e molto chiare: fare del bene, arricchirsi di opere buone, essere generosi nel donare, pronti a dare, “così da mettersi da parte un tesoro ben fondato per l’avvenire, per ottenere la vera vita”. La liberalità e la fedeltà nell’amministrazione dei beni materiali che ci sono affidati aiuta ad afferrare le ricchezze spirituali, le sole vere.