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venerdì 18 aprile 2014

Scrivere le proprie memorie

Noi tutti… dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, affinché ciascuno riceva la retribuzione di ciò che ha fatto quando era nel corpo, sia in bene sia in male. 
2 Corinzi 5:10

Fu aperto un altro libro che è il libro della vita; e i morti furono giudicati dalle cose scritte nei libri, secondo le loro opere. 
Apocalisse 20:12


Vi sono persone che ritengono di aver svolto un ruolo molto importante nella storia. Coinvolte in certi grandi avvenimenti, pensano che la loro testimonianza sia di grande valore per le generazioni future e, per questo, hanno scritto le loro memorie, presentando generalmente le loro azioni nella luce più favorevole.
Per Dio non abbiamo memorie da redigere, né biografie da far scrivere. Fedeli resoconti sono da Lui compilati e conservano ogni nostro pensiero, parola e azione. “Tu sai quando mi siedo e quando mi alzo, tu comprendi da lontano il mio pensiero… e conosci a fondo tutte le mie vie” (Salmo 139:2-3). Le cose migliori che pensiamo di aver fatto, sono registrate secondo il loro vero valore, le loro motivazioni profonde. I nostri moventi sono sempre puri? Che dire degli errori, dei cattivi pensieri, di certe distrazioni che ci allontanano dalla presenza di Dio? Possiamo ben dire come Davide: “Se tieni conto delle colpe, Signore, chi potrà resistere?” (Salmo 130:3). Ci occorrono la grazia di Dio e il suo perdono, ci occorre un Salvatore.
Il credente, che per la fede in Gesù Cristo è messo al riparo dal giudizio, non ha da compiere azioni per ottenere dei meriti, ma si impegnerà a fondo per seguire Gesù, il suo Maestro, come prova della sua riconoscenza. E Gesù non dimentica nulla di ciò che è fatto per amor suo.