Leggere – Marco 2:18/22
Ø Il
digiuno (18/20)
In Israele il digiuno non era
imposto se non in occasione della Festa dell’Espiazione (Levitico 16:29), ma, anziché
realizzare un vero pentimento con umiliazione, il popolo aveva preferito
istituire la tradizione del digiuno moltiplicandone le occasioni (cfr. Zaccaria 7:5 –
8:19) alle quali non corrispondeva una vera realtà del cuore.
I Farisei poi, incoraggiavano a
farlo almeno due volte la settimana (cfr. Luca 18:12) come un atto di pietà per
attirare il favore divino, ma il Signore li rimprovera accusandoli di volersi
solo far vedere dagli uomini (Matteo 6:16).
Il digiuno praticato dai
discepoli di Giovanni Battista era sicuramente più sincero, ma il Signore
mostra l’illogicità del digiuno per i Suoi discepoli.
Era la Sua presenza, che era in
contrasto con il sentimento di umiliazione, che doveva caratterizzare il
digiuno.
La Sua presenza avrebbe dovuto
infondere gioia ai discepoli, come la presenza dello sposo per i suoi amici.
Presto il Signore li avrebbe
lasciati soli (Giovanni 16:16), sarebbe stato loro tolto (aparthe – verbo che indica una separazione violenta) ed allora
avrebbero avuto motivi di tristezza.
G La
presenza del Signore vicino a ciascuno di noi è una realtà se vissuta con la
fede e deve infonderci una gioia interiore che forse non può essere compresa
dagli altri.
Ø Cose
vecchie e cose nuove (21/22)
La presenza del Signore segnava
l’inizio di un periodo nuovo e questa nuova relazione, che avrebbe dovuto
procurare della gioia, ci viene presentata con due brevi parabole.
Cercare di cucire una toppa di
stoffa nuova su un vestito vecchio, o mettere del vino nuovo in un otre vecchio
è inutile e deleterio. Il farlo procura dei danni maggiori: sulla stoffa si
crea uno strappo peggiore e l’otre scoppia.
Tutto ciò che il sistema giudaico
rappresentava stava per essere messo da parte come un vestito vecchio od un
otre vecchio per far posto a ciò che il Signore portava in grazia (Giovanni 1:17) e
non poteva in alcun modo essere mescolato poiché: “le cose vecchie sono passate: ecco sono diventate nuove” (2 Corinzi 5:17).
D.C.