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martedì 13 maggio 2014

La gioia

Leggere – Marco 2:18/22

Ø  Il digiuno (18/20)
In Israele il digiuno non era imposto se non in occasione della Festa dell’Espiazione (Levitico 16:29), ma, anziché realizzare un vero pentimento con umiliazione, il popolo aveva preferito istituire la tradizione del digiuno moltiplicandone le occasioni (cfr. Zaccaria 7:5 – 8:19) alle quali non corrispondeva una vera realtà del cuore.
I Farisei poi, incoraggiavano a farlo almeno due volte la settimana (cfr. Luca 18:12) come un atto di pietà per attirare il favore divino, ma il Signore li rimprovera accusandoli di volersi solo far vedere dagli uomini (Matteo 6:16).
Il digiuno praticato dai discepoli di Giovanni Battista era sicuramente più sincero, ma il Signore mostra l’illogicità del digiuno per i Suoi discepoli.
Era la Sua presenza, che era in contrasto con il sentimento di umiliazione, che doveva caratterizzare il digiuno.
La Sua presenza avrebbe dovuto infondere gioia ai discepoli, come la presenza dello sposo per i suoi amici.
Presto il Signore li avrebbe lasciati soli (Giovanni 16:16), sarebbe stato loro tolto (aparthe – verbo che indica una separazione violenta) ed allora avrebbero avuto motivi di tristezza.

G  La presenza del Signore vicino a ciascuno di noi è una realtà se vissuta con la fede e deve infonderci una gioia interiore che forse non può essere compresa dagli altri.

Ø  Cose vecchie e cose nuove (21/22)
La presenza del Signore segnava l’inizio di un periodo nuovo e questa nuova relazione, che avrebbe dovuto procurare della gioia, ci viene presentata con due brevi parabole.
Cercare di cucire una toppa di stoffa nuova su un vestito vecchio, o mettere del vino nuovo in un otre vecchio è inutile e deleterio. Il farlo procura dei danni maggiori: sulla stoffa si crea uno strappo peggiore e l’otre scoppia.

Tutto ciò che il sistema giudaico rappresentava stava per essere messo da parte come un vestito vecchio od un otre vecchio per far posto a ciò che il Signore portava in grazia (Giovanni 1:17) e non poteva in alcun modo essere mescolato poiché: “le cose vecchie sono passate: ecco sono diventate nuove” (2 Corinzi 5:17).

 D.C.