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venerdì 2 maggio 2014

Debora, Barac e Iael

Leggere - GIUDICI 4:1/24

“Continuarono a fare ciò che è male agli occhi dell’Eterno” (1). Se precedentemente Israele era stato oppresso da nemici esterni (3:8 – 3:12) ora Dio usa un nemico all’interno del paese: i Cananei che ai tempi di Giosuè erano stati sconfitti (Gs 11:1/12), ma che Dio aveva usati per mettere alla prova Israele (3:1) Ora, sotto la guida di Sisera (il capo dell’esercito), i Cananei avevano ricostruito la loro forte armata ed opprimevano Israele da vent’anni (3).

G  Debora: la fede sicura.
Il fatto che in Israele fosse giudice una donna mostra la decadenza del popolo, ma lei non fa parata della sua autorità.
Tutto in lei mostra sottomissione ed una fede da imitare.
·         Il suo nome significa: ”ape”, simbolo della operosità e quello di suo marito significa: “torcia”. Come dire: “essere attivi per presentare la luce di Dio nel mondo”.
·         La sua abitazione è fra Rama (luogo elevato) e Betel (casa di Dio), nella regione di Efraim (luogo fertile) ed esercitava il suo ufficio sotto la sua palma (simbolo di benedizione e di statura – cfr: Es odo 15:27, Cantico dei Cantici 7:7 e Salmo 92:12). Come dire: nella casa di Dio vi sono benedizioni per esercitare ogni servizio per Lui.
·         La sua chiamata al servizio era duplice: profetessa (parlava da parte di Dio) e giudice (esercitava il Suo governo).
·         Il suo servizio è pieno d’amore e la sua fede è energica: (6 e 9). Come dire: la fede operante per mezzo dell’amore (Galati 5:6).
·         La sua umiltà, le impedisce di prendere un posto al di sopra di quello che Dio le ha assegnato (14).

G  Barac: la fede esitante.
Il contrasto con Debora è evidente. Il suo nome significa “fulmine”, ma non ha fatto onore al nome che porta. La sua fede è piuttosto titubante, quasi a mostrare che rifugge le proprie responsabilità; ciò lo porterà a non essere obbediente alla volontà di Dio. Anche noi possiamo essere presi da timidezza, ma la Parola ci dice che Dio “ci ha dato uno spirito non di timidezza, ma di forza, d’amore e di autocontrollo” (1 Timoteo 1:7) e ci esorta: “state fermi nella fede, comportatevi virilmente, fortificatevi” (1 Corinzi 16:13).
Barac, col suo modo di agire, inverte i ruoli che Dio ha assegnato a ciascuno e così, anziché essere la donna l’aiuto dell’uomo (Genesi 2:18), sarà l’uomo ad essere l’aiuto della donna. Debora dovrà dirgli: “la via per cui tu cammini non ti porterà onori” (9).

G  La vittoria sul nemico.
Solo due tribù risposero all’appello per la guerra (10), ma diecimila uomini furono sufficienti a battere il numeroso esercito Cananeo e mettere in fuga il loro capo (15) che troverà la morte per mano di una donna: Iael, a realizzazione delle parole di Debora: “l’Eterno darà Sisera in mano di una donna” (9). Ella agisce nell’ambito della sua sfera, la sua tenda e con quei mezzi che forse usa ogni giorno (21).


Chiediamo al Signore di fortificarci nella fede allo scopo di poter operare per Lui grandi vittorie.