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giovedì 15 maggio 2014

Non perdiamoci d'animo

Leggere - MARCO 3:20/35

Ø   Incompreso  (20/22)
Marco presenta il Signore sotto il carattere del perfetto servitore che lavora incessantemente alla gloria di Dio. Attorniato dalla folla il Signore non poteva neppure prendere cibo e questo Lo fece apparire agli occhi dei suoi parenti come “fuori di Sé”.
Ancora peggio è la considerazione che hanno “gli Scribi che erano scesi da Gerusalemme” (22), perché questi Lo accusano di essere un indemoniato che opera con l’aiuto di  Belzebù.
Incompreso, giudicato, tacciato di pazzo e identificato con Satana stesso. Questa era l’opposizione che il Signore incontrava.

G      Incontrando l’opposizione del mondo, della famiglia, consideriamo “Colui che ha sopportato una simile ostilità contro la Sua persona da parte dei peccatori” e non stanchiamoci né perdiamoci d’animo (cfr. Eb 12:2/3).
Ø   L’uomo forte – (23/27)
Accusato, il Signore risponde dimostrando l’insensatezza delle accuse rivolteGli dichiarando la fine di Satana e del suo regno e dimostrando l’assurdità del pensiero che Satana potesse agire contro se stesso.
Con poche parole dimostra che “l’uomo forte” (Satana) doveva essere “legato” prima che qualcuno potesse entrare nella sua casa e fosse derubato di ciò che possedeva ed è ciò che il Signore ha fatto dimostrando, così, che Egli era il più forte perché agiva nella potenza dello Spirito Santo.
Dalla tentazione nel deserto, per tutto il Suo ministerio terreno ed, infine, alla croce la missione del Signore consisteva appunto nell’affrontare e sopraffare Satana e liberare coloro che gli erano schiavi.

Ø   Un peccato imperdonabile (28/30)
Questi versetti hanno turbato molti cristiani, ma occorre che sia ben chiaro che qui si tratta di un peccato ben preciso e che non può riguardare una persona preoccupata dello stato della sua anima. Qui si suppone uno stato di opposizione estrema.
È il peccato che caratterizzava questi scribi che al rifiuto della grazia aggiungevano l’oltraggio all’opera evidente dello Spirito Santo, affermando che questa era l’azione di una potenza demoniaca.
Davanti ad evidenti dimostrazioni da parte di Dio questi erano responsabili della loro opposizione e del loro rifiuto davanti a Colui che “Dio ha unto di Spirito Santo e di potenza”, e che era “andato dappertutto facendo del bene e guarendo tutti quelli che erano sotto il potere del Diavolo, perché Dio era con Lui”  (Att i 10:38). Per tale peccato non vi può essere perdono.

Ø Una relazione  vitale (31/35)
L’arrivo della madre e dei fratelli forniscono al Signore un’occasione per affermare quella che deve essere un vera relazione con Lui: quella basata sull’obbedienza alla volontà di Dio.

 D.C.