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giovedì 1 maggio 2014

Vittorie incomplete

Leggere - GIUDICI 1:17/36


Questi versetti riprendono la storia passando in rassegna una serie di tribù e le loro azioni mostrandoci un cammino in discesa.  Ciò è molto istruttivo per noi.

G  Giuda con Simeone (17/20).
Queste due tribù salirono insieme alla guerra e, come l’abbiamo visto, fu il frutto di un’alleanza che Dio, pur non disapprovando apertamente, non aveva stabilita. Benché vi fu una serie di vittorie, una parte del nemico rimase nel paese (19). Furono forse i “carri di ferro” che essi possedevano che impedì la vittoria totale? Certamente no; perché già in precedenza gl’Israeliti avevano incontrato questo ostacolo (cfr. Gs.11:4, 6, 9 – 17:18) e Dio li aveva resi vittoriosi. Ma allora essi avevano avuto una piena fiducia in Dio, mentre, nel nostro passo, contano su un’alleanza umana. Non possiamo fare a meno di notare il contrasto con Caleb, una volta di più messo in evidenza. In tempi di rovina la fede personale realizza ciò di cui l’azione collettiva è incapace di compiere.

G  Beniamino (21).
Gerusalemme era già stata oggetto della conquista da parte di Giuda (8), ma il nemico non rimane inattivo e presto, prima di ciò che noi pensiamo, si riorganizza e solo la nostra debolezza ci impedisce la vittoria completa. Questo mostra l’incapacità di vincere un nemico già vinto.

G  La casa di Giuseppe: Efraim e la mezza tribù di Manasse (22/29).
Anche queste tribù anziché affidarsi completamente a Dio usarono l’astuzia ed un accorgimento umano. Riuscirono a conquistare Betel (casa di Dio) col tradimento di un uomo a cui risparmiarono la famiglia. È la falsa riga della conquista di Gerico, ma, mentre in quel caso Rahab agì per fede, quest’uomo è solo un volgare traditore che si allontana al solo scopo di fondare una città a cui darà lo stesso nome (26). Benché le avessero assoggettate, a servitù (28) i Cananei vissero in mezzo a queste tribù (29). Solo la fedeltà è la forza della nostra vittoria.

G  Zabulon, Ascer, Neftali e Dan (30/36).
Queste ultime continuano il cammino in discesa. Zabulon, anziché distruggere i nemici li assoggetta e li usa come servi (30), Ascer e Neftali si stabiliscono in mezzo ai nemici su una base di parità (30/31) e Dan non riuscirà a cacciare il nemico che lo respinge e si rifugia sulla montagna mantenendo la propria posizione impedendo così la conquista di una parte del territorio (34).


Poniamo mente, cari amici credenti, a questo cammino in discesa che si ripropone anche in mezzo a noi e là, dove la forza collettiva manca, prendiamo a cuore individualmente di servire il Signore con coraggio, obbedienza e fiducia.