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mercoledì 7 maggio 2014

Venite a me

Leggere – Matteo 11:25/30


G  “In quel tempo” – (25/26)
Chiediamoci: perché per il Signore era il tempo della lode?
Analizzando il momento notiamo che Giovanni è in prigione e ha dei dubbi sul Messia, Egli stesso è considerato un “amico” dei peccatori (19), le città della Galilea, dove ha maggiormente esercitato il Suo ministerio, hanno preferito le tenebre alla luce e sono condannate dal Signore stesso. Tutte le circostanze sembrano poco favorevoli alla lode.
Ma il soggetto della lode non è il buon andamento delle cose, ma il “piacere del Padre” (26). Il Signore guarda al di là delle circostanze. Conoscendo i propositi finali di Dio sa che tutto tornerà alla Sua gloria ed è questo il motivo della lode. Il rifiuto da parte d’Israele del Messia aprirà la porta della grazia a  tutti i popoli ed Israele sarà ristabilito in un tempo futuro.
Tutto questo è contrario ad ogni intelligenza umana ed è rivelato a coloro che si pongono davanti al Signore come “piccoli fanciulli”. Ed è sempre così, poiché, benché l’uomo si proclami sapiente, in realtà è uno stolto (Romani 1:22) quando pensa che con questa sua sapienza possa arrivare a conoscere Dio.
Tuttavia il credente non è un fatalista, ma un “fanciullo” che conosce l’amore del Padre che gli concede quello che Lui ritiene essere il meglio realizzando così che “tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio” (Romani 8:28).

G  Conoscere il Padre ed il Figlio – (27)
Il Padre ha dato tutto in mano al Figlio perché Lo ama, perché è in Lui che si è compiaciuto (Matteo 3:17). Il Padre è il solo a conoscere in questa Persona divina tutti i Suoi caratteri e questa comunione fra il Padre ed il Figlio è inesprimibile perché solo Lui vede ciò che è inscrutabile per l’uomo: l’unione dell’umanità e della divinità di questa Persona unica.
Ma il Figlio è venuto per rivelare il Padre.
Dio abita una luce inaccessibile (1 Timoteo 6:16) ed il Signore è l’immagine del Dio invisibile (Colossesi 1:15) e vuol rivelare il Padre a noi che sappiamo, per la fede, discernere le Sue perfezioni divine.

G  Venite a Me  - (28/30)
Il Signore invita l’uomo:
·         All’incredulo che è affaticato dalle circostanze della vita ed oppresso dal peso del peccato promette un riposo eterno nel Suo amore liberandolo dal giogo della schiavitù (Galati 5:1)
·         Al credente chiede di prendere il Suo giogo, che è dolce e leggero. Egli stesso lo ha preso su di Se (il giogo serve per accoppiare due buoi perché cammino di pari passo) in una totale sottomissione al Padre, in un’obbedienza paziente attraverso le prove del cammino con la mansuetudine e l’umiltà del perfetto servitore.


                                                                                  D.C.