Leggere – Matteo 11:25/30
G “In quel tempo” – (25/26)
Chiediamoci: perché per
il Signore era il tempo della lode?
Analizzando il momento
notiamo che Giovanni è in prigione e ha dei dubbi sul Messia, Egli stesso è
considerato un “amico” dei peccatori (19), le città della Galilea, dove ha
maggiormente esercitato il Suo ministerio, hanno preferito le tenebre alla luce
e sono condannate dal Signore stesso. Tutte le circostanze sembrano poco
favorevoli alla lode.
Ma il soggetto della
lode non è il buon andamento delle cose, ma il “piacere del Padre” (26). Il
Signore guarda al di là delle circostanze. Conoscendo i propositi finali di Dio
sa che tutto tornerà alla Sua gloria ed è questo il motivo della lode. Il
rifiuto da parte d’Israele del Messia aprirà la porta della grazia a tutti i popoli ed Israele sarà ristabilito in
un tempo futuro.
Tutto questo è contrario
ad ogni intelligenza umana ed è rivelato a coloro che si pongono davanti al
Signore come “piccoli fanciulli”. Ed è sempre così, poiché, benché l’uomo si
proclami sapiente, in realtà è uno stolto (Romani 1:22) quando pensa che con
questa sua sapienza possa arrivare a conoscere Dio.
Tuttavia il credente non
è un fatalista, ma un “fanciullo” che conosce l’amore del Padre che gli concede
quello che Lui ritiene essere il meglio realizzando così che “tutte le cose cooperano al bene di quelli
che amano Dio” (Romani 8:28).
G Conoscere il Padre ed il Figlio – (27)
Il Padre ha dato tutto
in mano al Figlio perché Lo ama, perché è in Lui che si è compiaciuto (Matteo 3:17). Il Padre è il solo a conoscere in questa Persona divina tutti i Suoi
caratteri e questa comunione fra il Padre ed il Figlio è inesprimibile perché
solo Lui vede ciò che è inscrutabile per l’uomo: l’unione dell’umanità e della
divinità di questa Persona unica.
Ma il Figlio è venuto
per rivelare il Padre.
Dio abita una luce
inaccessibile (1 Timoteo 6:16) ed il Signore è l’immagine del Dio invisibile (Colossesi 1:15) e vuol rivelare il Padre a noi che sappiamo, per la fede, discernere le
Sue perfezioni divine.
G Venite a Me - (28/30)
Il Signore invita
l’uomo:
·
All’incredulo
che è affaticato dalle circostanze della vita ed oppresso dal peso del peccato
promette un riposo eterno nel Suo amore liberandolo dal giogo della schiavitù
(Galati 5:1)
·
Al
credente chiede di prendere il Suo giogo, che è dolce e leggero. Egli stesso lo
ha preso su di Se (il giogo serve per accoppiare due buoi perché cammino di
pari passo) in una totale sottomissione al Padre, in un’obbedienza paziente
attraverso le prove del cammino con la mansuetudine e l’umiltà del perfetto
servitore.
D.C.