Leggere – 1 Samuele 2:27/36
I peccati non giudicati
dei figli di Eli non possono passare inosservati a quel Dio che ha “gli occhi troppo puri per sopportare la
vista del male” (Habacuc 1:13). Un “uomo di Dio” viene mandato per comunicare
quale sarà il giudizio terribile e senza appello.
Il primo destinatario è
Eli, per la posizione di responsabilità che riveste come padre e come
sacerdote.
G Il disprezzo della grazia.
L’uomo di Dio richiama,
prima di tutto, l’attenzione sulla grazia che Dio aveva usato in passato prima,
scegliendo la tribù di Levi (28a), poi la famiglia di Aaronne (28b) alla quale
Eli apparteneva per passare al presente e rimproverare le scelleratezze dei
suoi figli e la sua indifferenza (29a),
mettendo in evidenza che, così facendo, onorava i figli più di Dio (29b). Il
Signore dirà “chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; e chi
ama figlio o figlia più di me, non è degno di me” (Matteo 10:37).
Quando Dio esercita un Suo giudizio non lo fa mai prima di avere
ricordato all’uomo la Sua grazia e come questi l’abbia volutamente ignorata. È
per questo che l’uomo che compare in giudizio è inescusabile e non avrà niente
da dire, come dimostra il silenzio di Eli davanti a questa sentenza.
Questo sarà vero di ogni uomo. Quando comparirà in giudizio davanti a Dio
sarà condannato non solo per le sue opere malvagie, ma, soprattutto, per aver
disprezzato la grazia di Dio che Egli ha offerto all’uomo nella persona di Cristo
per la salvezza eterna.
G Un giudizio nel tempo.
La sentenza è decretata, il giudizio non si compirà all’istante, ma si
protrarrà nel tempo. È come se Dio accordasse ancora, nella Sua misericordia,
del tempo per un eventuale pentimento.
Il primo passo del giudizio di Dio è quello della morte dei figli di Eli
(34) che avverrà quando l’Arca cadrà in mano ai Filistei (4:11) e proseguirà
con la morte di Achimelec, figlio di Achitub, per la mano di Doeg l’Idumeo su
ordine del re Saul (1 Samuele 22:11/23) e si completerà con la deposizione dalle
funzioni sacerdotali di Abiatar per mano di Salomone (1 Re 2:26/27).
G Un sacerdote fedele.
Benchè i figli di Eli
avessero violato le condizioni necessarie per assicurare alla loro discendenza
il sacerdozio, Dio non lascia il Suo popolo senza sacerdoti. C’è sempre
qualcuno che rimane fedele, che “agisce”
secondo il desiderio del cuore di Dio (35) e la famiglia sacerdotale di Itamar
sarà sostituita da quella di Eleazar suo fratello (Esodo 28:1) e Dio dichiara che
avrà “una casa stabile” e “sarà al servizio del mio unto” (35).
Questa promessa si adempirà quando il sacerdozio passerà a Sadoc (1 Samuele 2:35),
ma troverà una piena realizzazione nella persona del Signore che sarà, nel
regno milleniale, “sacerdote sul Suo
trono” (Zaccaria 6:13).
D.C.