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mercoledì 7 maggio 2014

Le città impenitenti

Leggere – Matteo 11:16/24


G  Orecchie per udire (16/19).
Il Signore non era stato ascoltato più del Suo precursore. Aveva fatto udire le Sue parole di grazia come un dolce suono di flauto, ma il popolo non vi aveva posto l’orecchio (17). Le parole di Giovanni erano state più simili ad un canto lamentoso per suscitare il pentimento, ma in entrambi i casi le orecchie erano rimaste chiuse (15) come il loro cuore e le loro coscienze.
Giovanni aveva vissuto una vita da asceta che si accordava al suo messaggio e per risposta veniva deriso ed accusato di avere un demonio (18).
Il Signore si era avvicinato ai peccatori, aveva condiviso con loro che cose più semplici della vita come il mangiare ed il bere, si era presentato come un loro amico (19) ed era accusato dai ben pensanti di essere anch’Egli un peccatore.
L’uomo cerca sempre di mettere a tacere la voce di Dio che parla in qualunque modo Egli si rivolga loro.
Per comprendere la voce di Dio, occorre che essa sia creduta senza discussioni. Occorre diventare dei piccoli fanciulli (11:25) poiché è a loro che il Padre fa conoscere le meraviglie del Suo amore.

G  Occhi per vedere (20/24).
Il Signore aveva parlato, aveva compiuto anche un numero notevole di opere potenti che avrebbero dovuto servire di testimonianza (cfr. Giovanni 10:37/38).
Molti erano stati messi al beneficio della Sua potenza, ma non era servito. La conclusione che il Signore ne trae è che la loro sorte sarà peggiore di quella di coloro che non sono stati beneficiati di tali opere.
·      Corazin, era a circa 4 chilometri da Capernaum, ed il Signore aveva abitato per un tempo. Che privilegio per i suoi abitanti avere il Signore in mezzo a loro e beneficiare per primi della Sua predicazione (Matteo. 4:13). Il Signore vi aveva operato per elevarle fino al cielo (23), la porta era stata loro largamente aperta, ma esse non avevano voluto ascoltare. La loro sorte sarà peggiore di città pagane come Tiro e Sidone (21).
·         Betsaida, era la città natale dei discepoli  Filippo, Andrea e Pietro. Quanta tristezza avranno causato nel loro cuore queste parole di condanna. Certamente vi avevano dei parenti ed amici, irrevocabilmente condannati, perché, al contrario di loro, non avevano ascoltato il Signore.
La solenne verità che traspare da queste parole del Signore è che il giudizio sarà proporzionato al privilegio. Sarà questa la sorte di tanti paesi cosiddetti “cristianizzati” che in mezzo a tanti privilegi non hanno saputo trarne beneficio. Quale che sia la nostra
posizione davanti al Signore facciamo ben attenzione a non disprezzare i privilegi di cui ci fa dono.

                                                                                   
D.C.