Romani 2:4
La tristezza secondo Dio produce un ravvedimento che porta alla salvezza, del quale non c'è mai da pentirsi; ma la tristezza del mondo produce la morte.
2 Corinzi 7:10
Un cambiamento anzitutto in me!
Una massima orientale dice: "Se vuoi mettere ordine negli stati, incomincia dalle città. Se vuoi mettere ordine nelle città, incomincia dalle famiglie. Se vuoi mettere ordine nelle famiglie, incomincia da te stesso". Questo riordino della vita personale non basta. Occorre un cambiamento che deve prodursi anzitutto nel nostro cuore, un cambiamento morale, interiore, che il Nuovo Testamento chiama pentimento. Si tratta anzitutto d'un ritorno a Dio, perché ci rendiamo conto che non possiamo cancellare uno solo dei nostri peccati e che solo lui può perdonarci. Allora, la nostra speranza è in lui, perché è buono e compassionevole. Il nostro pentimento sarà profondo nella misura in cui ci rendiamo conto che, con i nostri peccati, abbiamo offeso e addolorato il cuore di Dio. Non si può intraprendere questa strada del pentimento senza porre la propria fiducia in Gesù Cristo (Atti 20:21). È lui che si è caricato dei nostri peccati per toglierli (1 Giovanni 3:5).
Il pentimento è anzitutto un cambiamento morale che produce sempre, quando è reale, dei frutti concreti: ristabilire la verità, esprimere dei rammarichi, restituire ciò che si è estorto... Il credente deve vivere tutta la sua vita nella luce di Dio; non essere concentrato su se stesso ma vivere per Dio. Allora, ogni volta che permettiamo che si affermi l'"io" egoista e orgoglioso, dobbiamo rivolgerci a Dio, confessargli le nostre tendenze, e mettere la nostra fiducia nella sua grazia per essere rialzati e per progredire.