Leggere – Matteo 11:7/15
Il Signore ha inviato l’ambasciata a Giovanni in prigione ammantando
la Sua riprensione sotto il mantello della grazia e non appena i discepoli del
Battista se ne vanno si rivolge alla folla per rendere testimonianza alla
persona di Giovanni ed al suo servizio.
Se da una parte Giovanni ha avuto
un momento di perplessità riguardo al Cristo, il Signore, dal canto Suo,
riconosce il servizio svolto dal Suo precursore.
G Cosa
andaste a vedere?
La voce di Giovanni si era fatta sentire nel deserto (3:1/3), la
folla lo aveva visto, nei suoi panni tipici del profeta (3:4), lo aveva udito
preparare la strada a “Colui che lo aveva preceduto” (Gv. 1:30), non era un
debole, né un uomo dal parlare vacillante, non era “una canna agitata dal
vento” (7) ne un uomo che portava vesti che si indossano nei palazzi del re (8)
e tutto questo la folla lo sa bene (21:26).
Per ben due volte la domanda viene ripetuta, quasi con insistenza
e poi ancora: “perché andaste?”
Il popolo aveva riconosciuto in Giovanni un profeta attaccandosi a
lui, ma, forse, non aveva saputo cogliere la grandezza del messaggio che aveva
in vista solo Colui che sarebbe venuto dopo di lui (10).
G Il
maggiore dei profeti.
Il Signore dichiara che Giovanni
è il maggiore fra i profeti che hanno anticipato glorie e sofferenze del
Cristo. È il più grande, perché ha avuto il privilegio di vederLo e la sua
gioia viene manifestata nelle parole “l’amico
dello sposo, che è presente e l’ascolta, si rallegra vivamente … questa gioia
che è la mia, è ora completa” (Gv. 3:29).
Il popolo è avvisato: Giovanni è
l’Elia di cui Malachia aveva parlato, è il solo profeta di cui era stata
annunciata la venuta (Isaia 40:3 - Malachia 3:1)
G Un
regno preso a forza.
La “violenza” non tiene conto dei
diritti altrui, chi la usa cerca solo il suo proprio interesse da raggiungere
nel minor tempo possibile costi quel che costi. Il Signore insegnava alla folla
che il regno non era per coloro che erano codardi (cfr. Apocalisse 20:12) e deboli
(12), occorreva “sforzarsi” per entrare
per la porta stretta (Luca 13:24).
Occorreva rinunciare a se stessi
ed alle speranze giudaiche, prendere una decisione di seguire il Messia
incuranti dell’opposizione che ne sarebbe derivata dal seguire un re rigettato
dai capi del popolo.
D.C.