·
I limiti dell’uomo
(6:1/6)
Riflettiamo su alcune
questioni essenziali:
avere tesori e gloria
(2), vivere molti anni ed avere molti figli (3) non sono garanzia di felicità e
soddisfazione. Non possiamo vivere una vita felice e soddisfatta lontano da Colui
che dà il godimento di tali cose (2), la morte sopraggiungerà mettendo fine
a tutte le speranze.
·
Le fatiche dell’uomo
(6:7/12)
Gli occhi (9) permettono
di rallegrarsi della vita (Proverbi 15:30) e provare delle gioie (1:8 – 11:7), ma
l’uomo non può cambiare le situazioni in cui viene a trovarsi. Cosciente delle
sue debolezze i suoi tentativi di contendere con Colui che è più forte di
lui (10) diventano inutili. Gli sforzi per cambiare le cose sono inutili,
perché l’uomo non conosce né ciò che sia bene per lui (12), né ciò che riserva
il futuro (12). Solo Dio conosce il nostro futuro e sa ciò che è bene per noi
(cfr. Michea 6:8)!
Siamo così
chiamati ad imparare ad apprezzare ciò che abbiamo piuttosto che inseguire i
desideri del cuore nel tentativo di realizzarli con mezzi umani.
·
Scelte fatte con
saggezza (7:1/12)
La “saggezza” ha molti
aspetti ed il suo scopo principale è di aiutarci ad onorare Dio nella nostra
vita. In questi versetti ne possiamo evidenziare sette per il nostro
equilibrio:
G La reputazione che è più importante
dell’apparenza. Essa dimostra ciò che siamo, resiste al tempo e non si
volatilizza come il profumo (1).
G Il giorno della morte (e non la morte), il
luogo del lutto, la tristezza, fanno prendere coscienza dell’inevitabilità
della fine di ogni cosa, mette fine all’orgoglio e rende sensibili all’amore di
Dio (2/4).
G La riprensione che conduce alla vita
(Proverbi 15:31) è messa in contrasto con l’adulazione che non è che un fuoco
alimentato da pruni: non dura e non fa calore (5/6).
G L’oppressione che porta alla rivolta e
la corruzione che porta all’immoralità, rendono incapaci di distinguere
il bene dal male. Come vincere su queste cose? Con la pazienza legata ad una
piena fiducia in Dio (7).
G La fine di una cosa ci porta a fissare i
nostri sguardi non sul passato ma nella speranza delle cose future (8/10) –
cfr. Efesini 1:18.
G La ricchezza dà una certa
protezione, ma la saggezza conduce ad una vita equilibrata (11/12).
·
Un giusto equilibrio
(13/22)
Leggendo questi versetti
comprendiamo l’assurdità e l’incoerenza della vita dell’uomo, ma al centro c’è
un consiglio: “chi teme Dio evita tutte
queste cose” (18).
L’equilibrio della
saggezza è il segreto della nostra forza
(19).
D.C.