Leggere -
1 Samuele 2:12/26
I versetti di oggi ci
portano a considerare due categorie di famiglie ed a metterle, inevitabilmente,
in contrasto l’una con l’altra. Da una parte la scellerata condotta dei figli
di Eli e la sua incapacità di prendere una posizione di giudizio nei loro
confronti, dall’altra Anna, con il figlio Samuele, entrambi fedeli e zelanti
nelle cose di Dio.
G I figli di Eli
La prima cosa che ci
viene detta di loro riguarda il loro comportamento: erano scellerati, ma ancora
di più: “non conoscevano il SIGNORE”
(12) quello stesso SIGNORE che dicevano di servire. Essi non si limitavano a
derubare il popolo (13/14), ma derubavano il loro Dio (15/16) approfittando
della loro posizione religiosa per soddisfare le loro insaziabili voglie.
La legge prevedeva che
una parte del sacrificio spettasse ai sacerdoti (Le 7:31/36), ma non il grasso
(15), che spettava totalmente all’Eterno (Levitico 3:16), cosa che conoscevano bene
anche tutti gli Israeliti che si recavano ad offrire sacrifici (16), prendendo
il grasso scandalizzavano e turbavano la coscienza del popolo. Le cose sante
non avevano alcun valore per loro se non quello di un guadagno personale nell’amministrarle.
La Parola ci mette in guardia a più riprese da questo male (1 Timoteo 6:5 – 1 Pietro 5:2
– Tito 1:7).
G Eli, un padre e sacerdote, ma con poca energia.
Eli aveva la posizione e
l’autorità per fermare i figli. Rivestiva la più alta carica religiosa ed era il
loro padre e, benché li metta in guardia, visto che il loro peccato non
riguarda solo loro ma porta il popolo ad allontanarsi da Dio (24), le parole
del suo rimprovero non mostrano nessuna energia. Questa grave mancanza nel
giudizio del peccato dei suoi figli provocherà l’inevitabile intervento di Dio
stesso.
Solenne avvertimento
anche per noi. Non possiamo passare sopra al peccato, perché questo ci renderà
inevitabilmente solidali con chi lo commette e se non interveniamo nel giudizio
del peccato, in noi, nella famiglia, nella chiesa, sarà il Signore che
interverrà.
G Samuele ed Anna, una madre piena di cure.
In mezzo a questa
situazione così penosa spicca la figura del piccolo Samuele, un bambino che
serviva sotto lo sguardo del sacerdote Eli (11), che fa questo servizio davanti
all’Eterno (18) e che cresce gradito a Dio (26) ed apprezzato dagli uomini che
certamente notano la differenza fra lui ed i figli di Eli.
Samuele indossa un “efod di lino” che sua madre gli forniva
ogni anno (19) e che ci parla delle cure e del ruolo educativo dei genitori e
della madre in particolare, e di come l’insegnamento dei genitori deve
adattarsi alla crescita dei figli.
Cari
genitori cristiani, abbiate per i vostri figli le cure che Anna ha avuto per
Samuele, ma quando occorre mostrate quell’energia che Eli non ha avuto coi suoi
figli.
D.C.