Questo Salmo ci parla
delle nostre responsabilità e delle nostre attività in questo mondo sia nell'ambiente del lavoro che della famiglia.
Non abbiamo nessuna
difficoltà ad ammettere che il Signore deve essere alla base della nostra
famiglia ma per quanto riguarda la nostra professione in che misura lasciamo
agire il Signore?
Ø Nel lavoro.
Se il Signore è
veramente “il Signore della nostra vita”, come spesso affermiamo, anche la
nostra vita professionale appartiene a Lui. Tutto gli appartiene ed invano ci
“affaticheremo a costruire” (1) ed invano “veglieremo” (2) se non è Lui che
costruisce e protegge.
Possiamo alzarci presto,
andare a letto tardi, essere presi da molti impegni, darsi molti tormenti (3)
ma “ciò che fa ricchi è la benedizione
del SIGNORE” (Proverbi 10:22). Il lavoro è un mandato divino confidato all’uomo
prima della sua caduta (Genesi 1:26) ed a causa di questa il suolo è stato
maledetto ma non il lavoro che Dio si compiace invece di benedire (Deuteronomio 30:9).
Il lavoro è dunque un privilegio e non un diritto o una punizione.
Ø La famiglia
Se è il Signore che ha
costruito la casa (1) allora i figli saranno un dono che viene direttamente dal
Signore (3). Se i genitori si amano e sono fedeli l’uno all'altro i figli
apprenderanno presto la sottomissione ed
il rispetto imparando a vivere nel timore del Signore e saranno come
frecce (4) nelle mani di un abile arciere: non falliranno mai il bersaglio, ed
a loro volta resteranno fermi nei loro principi davanti ai loro nemici senza
essere confusi (5).
Cari
genitori cristiani che futuro prepariamo ai nostri figli?
Non
dimentichiamo mai che non hanno solo bisogno, in questo mondo, di benessere e
sicurezza materiale ma anche e soprattutto di un apporto spirituale in mezzo ad
una società che fa di tutto per influenzare negativamente i nostri giovani.
D.C.