Seguici anche su Facebook!

Seguici anche su Facebook! Unisciti al Gruppo cliccando su:
https://www.facebook.com/groups/287768858057968/

giovedì 22 maggio 2014

Ringraziamento di Paolo – Colossesi 1:1/8

·         Indirizzo e saluti (1/2)

Paolo si presenta ai Colossesi come “apostolo di Cristo Gesù” ed aggiunge: “per volontà di Dio” a rivendicazione del suo mandato apostolico che, come leggiamo in Galati 1:1, non aveva ricevuto da parte di uomini e si rivolge a loro chiamandoli: “santi e fedeli”, in rapporto alla loro relazione col Signore ed aggiungendo “fratelli”, considerandoli nella loro preziosa relazione di comunione fraterna mentre sono su questa terra.

·         Rendimento di grazie (2/6)
Paolo non conosce di persona i Colossesi, ma rende ugualmente grazie a Dio e prega per loro.
Ø  Per la fede e l’amore che li caratterizzavano (4) e che erano la prova della vita divina in loro. La fede nel Signore e l’amore verso i santi faceva loro realizzare che: “quello che vale è la fede che opera per mezzo dell’amore” (Galati 5:6).
Ø  La speranza riservata nei cieli (5a), che li vedeva protesi verso il cielo nell’attesa che vi fossero introdotti. Se questa fosse venuta a mancare avrebbero perso i reali motivi della vita cristiana e del loro servizio.
Ø  L’evangelo (5b), dopo essere stato predicato, portava frutto e cresceva in mezzo a loro in modo permanente così come lo portava “nel mondo intero”, espressione che ne sottolinea l’universalità.

·         L’evangelo (6)
Il carattere che viene dato qui all’Evangelo è: “conoscere la grazia di Dio in verità” (6). È accettare con semplicità di cuore, per mezzo della fede, il messaggio di Dio agli uomini venuto per mezzo di Cristo (Giovanni 1:17).
L’Evangelo non è una dottrina sterile e fine a se stessa, poiché deve crescere e portare frutto. È un messaggio che deve essere trasmesso per la salvezza delle anime allo scopo di portare un prezioso frutto alla gloria di Dio.
Esso conserva ancora oggi tutta la sua potenza (Romani 1:16).
Lo stato di indifferenza che caratterizza questo mondo, il nostro poco zelo e la mondanità che così spesso ci caratterizzano, non sono una scusa valida per non diffondere l’Evangelo!

·         Epafra (7/8)
Questo servitore del Signore, portando notizie dei Colossesi a Paolo, gli fa conoscere: “l’amore nello Spirito” (unica menzione dello Spirito Santo in questa epistola). L’amore  dei Colossesi non aveva una sorgente nelle affezioni naturali, ma era il frutto della  vita divina.
Epafra è un credente da imitare. Ecco ciò che ci dice di lui la Parola di Dio: per Paolo è un compagno di servizio; per i Colossesi un “fedele ministro di Cristo” (1:8) ed un loro fratello che lottava in preghiera (4:12). Terminerà la sua carriera in prigione (Filemone 23).


D.C.