· Indirizzo e saluti (1/2)
Paolo si presenta ai Colossesi
come “apostolo di Cristo Gesù” ed
aggiunge: “per volontà di Dio” a
rivendicazione del suo mandato apostolico che, come leggiamo in Galati 1:1, non
aveva ricevuto da parte di uomini e si rivolge a loro chiamandoli: “santi e fedeli”, in rapporto alla loro
relazione col Signore ed aggiungendo “fratelli”,
considerandoli nella loro preziosa relazione di comunione fraterna mentre sono
su questa terra.
·
Rendimento di grazie (2/6)
Paolo non conosce di persona i
Colossesi, ma rende ugualmente grazie a Dio e prega per loro.
Ø Per la fede e l’amore che li
caratterizzavano (4) e che erano la prova della vita divina in loro. La fede
nel Signore e l’amore verso i santi faceva loro realizzare che: “quello che vale è la fede che opera per
mezzo dell’amore” (Galati 5:6).
Ø La speranza riservata nei cieli
(5a), che li vedeva protesi verso il cielo nell’attesa che vi fossero
introdotti. Se questa fosse venuta a mancare avrebbero perso i reali motivi
della vita cristiana e del loro servizio.
Ø L’evangelo (5b), dopo essere
stato predicato, portava frutto e cresceva in mezzo a loro in modo permanente
così come lo portava “nel mondo intero”,
espressione che ne sottolinea l’universalità.
·
L’evangelo (6)
Il carattere che viene dato qui all’Evangelo è: “conoscere la grazia di Dio in verità”
(6). È accettare con semplicità di cuore, per mezzo della fede, il messaggio di
Dio agli uomini venuto per mezzo di Cristo (Giovanni 1:17).
L’Evangelo non è una dottrina sterile e fine a se stessa, poiché
deve crescere e portare frutto. È un messaggio che deve essere trasmesso per la
salvezza delle anime allo scopo di portare un prezioso frutto alla gloria di
Dio.
Esso conserva ancora oggi tutta la sua potenza (Romani 1:16).
Lo stato di
indifferenza che caratterizza questo mondo, il nostro poco zelo e la mondanità
che così spesso ci caratterizzano, non sono una scusa valida per non diffondere
l’Evangelo!
·
Epafra (7/8)
Questo servitore del Signore, portando notizie dei Colossesi a Paolo,
gli fa conoscere: “l’amore nello Spirito”
(unica menzione dello Spirito Santo in questa epistola). L’amore dei Colossesi non aveva una sorgente nelle
affezioni naturali, ma era il frutto della
vita divina.
Epafra è un credente da imitare. Ecco ciò che ci dice di lui la
Parola di Dio: per Paolo è un compagno di servizio; per i Colossesi un “fedele ministro di Cristo” (1:8) ed un
loro fratello che lottava in preghiera (4:12). Terminerà la sua carriera in
prigione (Filemone 23).
D.C.