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sabato 10 maggio 2014

Eccomi, manda me

Leggere – Isaia 6:1/13


Ø  La visione del Trono e dell’altare (1/7)
Isaia dopo aver descritto lo stato del popolo è introdotto ora, in visione (1), alla presenza di Dio che siede sul trono e ne contempla la santità assoluta e la pienezza della gloria (3).
Davanti ad una tale visione il profeta non può che dire: “sono perduto”.
Anche il migliore dei servitori, davanti alla santità di Dio, non può che constatare l’impurità delle sue labbra (5) poiché sono queste che trasmettono ciò che viene dal cuore e che contamina l’uomo (Matteo 15:18).
È la constatazione della sua impurità che lo porta a vedere l’altare dove trova una risposta alla sua preoccupazione.
Su questo altare vi sono dei carboni ardenti che hanno consumato la vittima, tipo di Cristo che ha sofferto la croce, Lui, giusto per gli ingiusti, per condurci a Dio (1 Pietro 3:18). È, perciò, il valore dell’opera di Cristo, rappresentato da questo carbone ardente tolto dall’altare ed accostato alle labbra da uno dei  Serafini, che purifica il profeta, condizione essenziale per il servizio.

Ø  Prontezza e dipendenza
Ormai purificato può rispondere con prontezza alla domanda: “chi manderò? Chi andrà per noi?”.

·         “Eccomi”, la prontezza del profeta deve far riflettere ciascuno di noi. Siamo anche noi disponibili per il Signore e pronti a rispondere subito quando ci rivolge una chiamata per un qualunque servizio?
·         “Manda me”, parole che implicano la completa disponibilità per il servizio senza frapporre nessun ostacolo fra la chiamata e l’accettazione del servizio. È una disponibilità senza riserve. Parole che indicano che si deve attendere di essere “mandati” e non partire senza prima aver ricevuto un ordine preciso. “Manda me”, e non “vado io” che avrebbe messo in evidenza non la disponibilità, ma il proprio orgoglio. Il Signore, al contrario, poteva dire: “Ecco io vengo! Sta scritto di me nel rotolo del libro” (Sl 40:7) parole queste, che esprimono la perfetta ed insondabile comunione fra Figlio ed il Padre.

Ø  Un messaggio inascoltato
Isaia andrà dal popolo, ma Dio lo avverte in precedenza degli scarsi risultati che potrà ottenere a causa dello stato d’esso, ma questo non esime Dio dal mandarlo, né lui dall’andare.
Cari fratelli, forse potrà sembrare che la nostra testimonianza, il nostro predicare portino poco frutto per il Signore, ma i pochi risultati non devono scoraggiare il servitore, perché ciò che fa, lo fa per il Signore e non per essere glorificato nei suoi risultati.

G  Caro amico, ti sei reso, come Isaia, disponibile per un servizio per il Signore? Il lavoro da svolgere è ancora molto, il campo è molto grande e Lui ha bisogno anche di te!

D.C.