Dio non aveva permesso a
Cusai, l’Archita, di interferire nel primo consiglio dato da Aitofel per potere
esercitare la Sua disciplina contro Davide ma questo secondo consiglio deve
essere annullato per permettere a Dio di esercitare la Sua grazia.
Ø Il secondo consiglio di Aitofel (1/4).
Il piano elaborato è
semplice: mettersi alla testa di dodicimila uomini (1) per inseguire e
catturare Davide e riportare il popolo sotto lo scettro di Absalom.
Lui stesso si sarebbe
messo alla testa degli uomini per spaventare il popolo (2) e catturare la sola
persona che valesse quanto tutto il resto del popolo (3).
La superiorità numerica,
dodicimila contro uno, avrebbe assicurato la vittoria e tutta la gloria sarebbe
ricaduta su Aitofel.
Questo consiglio fa
pensare alle parole del profeta Zaccaria: “insorgi,
o spada, contro il mio pastore … colpisci il pastore e siano disperse le
pecore!” (Zaccaria 13:7) applicabili al Signore (Marco 14:27).
Absalom è conquistato da
questo consiglio, frutto della saggezza umana (16:23), ma Davide ha pregato
(15:31) e Dio risponderà a questa preghiera.
Ø Il consiglio di Cusai (5/14).
Perché Absalom prova il
bisogno di consultare Cusai quando il consiglio precedente era piaciuto a lui
ed agli anziani del popolo? La risposta è nell’ultimo versetto di questo
capito: Dio ha preso in mano gli avvenimenti.
Il consiglio di Cusai si
sviluppa in varie argomentazioni.
·
Conosce
il valore di Davide e dei suoi uomini e sa che una vittoria solo parziale li
avrebbe portati ad una maggiore combattività ed avrebbe avuto un effetto
disastroso sul morale dell’esercito di Absalom (8/10).
·
Gioca
sulla vanità e sull’orgoglio di Absalom proponendo di usare tutto l’esercito e
di essere lui stesso a guidarlo (11), in modo che la gloria fosse unicamente
sua.
Tutti gli uomini
d’Israele definiscono “migliore” il
consiglio di Cusai rispetto a quello di Aitofel, senza sapere che è Dio che ha
in mano ogni cosa ed il “buon consiglio”
(14) di Aitofel sarà, così, reso vano dimostrando che “ogni decisione viene dal SIGNORE” (Proverbi 16:33).
G Se nelle circostanze avverse, quando il nemico ed il mondo
fanno quadrato attorno a noi, ci rimettiamo nelle mani del Signore, sarà Lui a
dirigere gli avvenimenti e realizzeremo “che tutte le cose cooperano al bene di
quelli che amano Dio” e che “noi siamo più che vincitori in virtù di colui che
ci ha amati” (Romani 8:28 e 37).
D.C.