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venerdì 2 maggio 2014

Formalismo religioso

Leggere – Matteo 6:1/6

Matteo 6 ci presenta diversi aspetti della “vita di pietà”, che potremmo sintetizzare in tre punti:
·         Verso gli uomini: l’elemosina (2)
·         Verso noi stessi: il digiuno (16)
·         Verso Dio: la preghiera (5)
Nel nostro passo però siamo messi in guardia affinché una vera vita di pietà che deve essere insegnata dalla grazia (Tito 2:12), non risulti soltanto un “formalismo religioso”. Per evidenziarne il contrasto il Signore dirà a più riprese: “ma tu” (3, 6, 17).

G  Ciò che l’uomo vede.
Ogni uomo pratica “una propria giustizia”, cioè una serie di opere giuste ma che non servono né per la salvezza (Tito 3:5), né per ricevere un premio da Dio che al contrario vuole che compiamo opere, si, ma che la Parola definisce: “opere buone” e che l’incredulo è incapace di compiere (Tito 1:16).
Lo scopo dell’uomo nel compiere le opere giuste è quello di essere osservato dagli uomini (1), onorato (2) e visto pubblicamente (5), si osservano a vicenda e si stimano in base alle loro azioni, quanto più queste sono altisonanti, tanta più stima essi ricevono.
I sensi dell’uomo sono molto esercitati a questo scopo:
·         L’udito (2) – il suono della tromba,
·         Il tatto (3) – le due mani,
·         La vista (5) – esser visti nelle piazze.

G  Ciò che Dio vede.
Dio non ha lo stesso metro per misurare le opere degli uomini e se loro guardano all’apparenza delle cose Dio, al contrario, guarda al cuore (1 Samuele 16:7), al sentimento con cui sono compiute e ciò che non può essere visto dagli uomini, perché compiuto nel segreto (4), magari in camera con la porta chiusa (6), è visto, valutato, apprezzato e ricompensato da Dio.

G  La ricompensa.
Dare la ricompensa è prerogativa del Padre (1, 6), ciò implica che coloro che sono ricompensati sono “figli”. Questa relazione ci porta a considerare il movente delle opere che i credenti sono chiamati a compiere. Tutto ciò che il credente fa su questa terra deve essere fatto nel nome del Signore (Colossesi 3:17), con gioia (Romani 12:8) e zelo (Tito 2:14) a dimostrazione della sua fede (Giacomo 2:18) perché verrà il momento in cui il Signore “metterà in luce quello che è nascosto nelle tenebre e manifesterà i pensieri dei cuori” e solo allora “ciascuno avrà la sua lode da Dio” (1 Corinzi 4.5).

G  Una decisione da prendere.
Alla luce di questi passi dobbiamo deciderci:
·         O tenere un comportamento ipocrita (2), compiendo azioni al di sopra dei nostri sentimenti con lo scopo di essere visti ed allora la ricompensa sarà appunto solo questa (3/b, 5b),
·         oppure un comportamento umile, spesso sconosciuto agli altri, ma che riceverà la lode da Dio Padre.

D.C.