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sabato 12 aprile 2014

Grida di fede, di gioia

Bartimeo, cieco mendicante… si mise a gridare e a dire: “Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!”
Gesù, fermatosi, disse: “Chiamatelo!”. E chiamarono il cieco, dicendogli: “Coraggio, alzati! Egli ti chiama”. Marco 10:46-50


Quante grida si odono! Grida di paura, di collera, di sofferenza, talvolta anche grida di gioia. Ma conosciamo noi il “grido della fede” rivolto a Dio che può e vuole salvare? 
Forse, come Bartimeo il cieco che gridava chiedendo a Gesù di avere pietà di lui (Marco cap. 10), molti cercheranno di farci tacere. Anzi, noi stessi possiamo cercare di soffocare questo grido, per orgoglio, per amor proprio o perché altri non vedano la nostra angoscia. 
Ma se sono veramente cosciente di essere “perduto”, di trovarmi in pericolo e senza risorse, io grido: “O Dio, salvami!”. E questo grido non cade nel vuoto! Dio ci ama e ascolta la nostra preghiera. Dio risponde sempre al grido della fede. In ogni momento possiamo rivolgerci a Lui. Egli stesso ci invita a farlo: “Invocami, e io ti risponderò, ti annunzierò cose grandi e impenetrabili che tu non conosci” (Geremia 33:3). 
Gesù non ha deluso Bartimeo. Si è fermato per parlargli e guarirlo. Questo è l’unico passo del vangelo di Marco in cui leggiamo che Gesù si è fermato. E Bartimeo, guarito dalla sua cecità, ha poi seguito Gesù. I suoi occhi ormai potevano vederlo, e il suo cuore si era attaccato a Lui.
“Beato il popolo che conosce il grido di gioia; esso cammina, o SIGNORE, alla luce del tuo volto; esulta tutto il giorno nel tuo nome” (Salmo 89:15-16).